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Ciondolino

Nuovo pepper,nuovo guinness!

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Vincer

La prendo come una notizia...in realtà la corsa al più piccante non mi appassiona e non rispecchia la mia filosofia di coltivazione del peperoncino (e nemmeno quella di pepperfriends)

 

Grazie comunque per l'informazione 

Ciao

Vincenzo 

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leonidas
On 10/16/2023 at 10:48 PM, Ciondolino said:

Pare che il Carolina Reaper lascia il primato al (forse) tanto atteso (dagli altri?) Pepper X

https://www.guinnessworldrecords.com/news/2023/10/pepper-x-dethrones-carolina-reaper-as-worlds-hottest-chilli-pepper-759706

Quando ho tempo guardo meglio, sarà sicuramente già stato prenotato dall'industria bellica, credo che sia l'unico modo d'impiego😁

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Ciondolino
6 hours ago, Vincer said:

La prendo come una notizia...in realtà la corsa al più piccante non mi appassiona e non rispecchia la mia filosofia di coltivazione del peperoncino (e nemmeno quella di pepperfriends)

 

Grazie comunque per l'informazione 

Ciao

Vincenzo 

Primo anno e sposo anche io questa teoria ❤️

ecco il perché delle mie parole messe in parentesi

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Lonewolf

Notizia interessante, ma con molte riserve.

 

Il Pepper X è in circolazione da tempo (c'era anche nel campo dell'Azienda La Margherita che abbiamo visitato un paio di settimane fa).

Non mi sembra l'impressione generale fosse di piccantezza così elevata rispetto al Carolina Reaper o altri.

 

Vorrei sapere con precisione come è stato effettuato il test, tutti i dettagli.

Ad oggi l'unico test descritto nei dettagli (per quanto ne so) rimane quello del Numex CPI per Morouga e altri super-hot.

Qui si parla di media di 2,6 milioni, ma non è indicato su quanti frutti, come sono stati scelti, quali valori minimo e massimo sono stati rilevati ecc.

Magari cercando si trovano articoli dettagliati sull'argomento; se qualcuno li trova, può pubblicare qui i links.

 

Il motivo per cui mi interessano molto i dettagli è semplice ...

Se un Istituto di ricerca prende, per esempio, 10 frutti a caso di una varietà, li essica, li macina e poi esegue il test in proprio (come nei test del CPI), i valori ottenuti sono rappresentativi.

Se chi ha creato la varietà invia campioni di polvere già pronta ad un laboratorio per il test, manca un passaggio fondamentale; non c'è certezza su come sono stati creati i campioni.

Già la scelta di un frutto piuttosto di un altro dopo averlo aperto può influenzare, e di molto, il risultato (p.es. scegliendo i frutti con minor numero di semi).

Anche solo prendere frutti da autoimpollinazione può portare un vantaggio; spesso hanno un minor numero di semi; ancora meglio se frutti partenocarpici, senza semi.

Sottolineo che il mio ragionamento è di carattere generale, non mette in alcun modo in dubbio l'operato di nessuno, ma indica come dovrebbe essere documentato un test per togliere ogni dubbio.

 

Ricordo sempre un articolo vecchissimo effettuato prima della scoperta dei super-hot (cioè prima del 2006, ma pubblicato su Fiery Foods nel 2008) in cui un appassionato con possibilità di utilizzare test HPLC aveva sperimentato un po' ...

Su un banalissimo Red Savina (!) aveva ottenuto misurazioni oltre 4,6 milioni SHU ... semplicemente includendo nel campione solo le costole di placenta, senza semi e senza polpa!

Il test a frutto intero sulla stessa varietà superava di poco i 300 mila.

Da notare anche la nota su come togliere i semi da Naga Jolokia possa triplicare gli SHU.

https://www.fieryfoodscentral.com/2008/07/02/the-australian-chile-test/

 

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ReverseCrossbreed
1 hour ago, Lonewolf said:

Anche solo prendere frutti da autoimpollinazione può portare un vantaggio; spesso hanno un minor numero di semi; ancora meglio se frutti partenocarpici, senza semi.

Come mai frutti da autoimpollinazione hanno spesso meno semi di quelli cross?

 

1 hour ago, Lonewolf said:

Magari cercando si trovano articoli dettagliati sull'argomento; se qualcuno li trova, può pubblicare qui i links.

I test li ha fatti la Winthrop University negli USA, non è molto ma quanto meno ho trovato fonti attendibili con alcuni indizi sulla metodologia utilizzata:

 

Fonte: Sito Guinness Primati (https://guinnessworldrecords.com/news/2023/10/pepper-x-dethrones-carolina-reaper-as-worlds-hottest-chilli-pepper-759706)

Pepper X’s sizzling Scoville score was calculated by Winthrop University in South Carolina, who conducted tests using specimens from the past four years. 

 

Fonte: Sito della Winthrop University (relativo alla procedura di verifica SHU sul Carolina Reaper del 2013) (https://digitalcommons.winthrop.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1242&context=winthropnews2013)

The students typically freeze dry a random sampling of several pounds of whole peppers. After grinding the dried pods, the students extract the contents with alcohol and run it through a high performance liquid chromatography unit. The results are used to see how much capsaicin is in the peppers to determine the Scoville Heat Unit.

 

C'è da capire cosa intendano con "specie degli ultimi 4 anni", ma è già qualcosa su cui poter fare riflessioni.


P.S. purtroppo non mi funziona più l'inserimento dei link cliccabili... ho fatto alcuni test sul codice, ti mando PM

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Lonewolf
23 minutes ago, ReverseCrossbreed said:

Come mai frutti da autoimpollinazione hanno spesso meno semi di quelli cross?

 

Perché arriva meno polline sullo stigma.

L'autoimpollinazione per molte varietà è meno efficiente dell'impollinazione entomofila.

Su alcune varietà il numero semi per autoimpollinazione è molto basso e anche la formazione di frutti con semi è difficoltosa (p.es. Carolina Reaper in serra a prova di insetto produce pochissimo e i frutti hanno pochissimi semi).

 

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Lonewolf

Due ulteriori considerazioni.

 

La prima, già più volte espressa in queste pagine, è che il valore delle ppm sul peso non è un indicatore preciso della piccantezza perché influenzato da fattori che sono irrilevanti all'assaggio: peso dei semi, spessore della polpa ...

Sarebbe un valore molto più significativo le ppm per unità di superficie interna.

Misurazione impensabile in passato, ma forse non così complicata con strumenti moderni; non dovrebbe essere impossibile una scansione interna del frutto con calcolo automatico della superficie.

In alternativa, escludere sempre i semi dal peso e tener conto dello spessore medio della polpa. 

 

La seconda considerazione ...

La scoperta dei super-hot nel 2006-2007 è stata un'esperienza entusiasmante, anche perché si trattava di varietà presenti e coltivate in alcune aree del pianeta da molto tempo, parte della tradizione di quelle zone (Naga in Assam, Scorpion e 7Pod a Trinidad).

Scoprire che nel mondo globalizzato esistevano varietà storiche molto più piccanti di quelle conosciute in "occidente" ha aperto gli occhi su tutto un mondo ...

Essere informati, ogni tanto, di un nuovo incrocio più piccante dei precedenti non suscita, almeno per me, lo stesso interesse ...

Stessa differenza tra scoprire una nuova specie in natura e crearla in laboratorio con un po' di genetica ...

 

 

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Lonewolf
21 hours ago, Lonewolf said:

Perché arriva meno polline sullo stigma.

 

Rileggendo mi rendo conto che ho dato per scontato una nozione che forse non è così ovvia per tutti.

Un seme nel frutto è il risultato del successo nell'intero processo di fecondazione di un ovulo ad opera di un singolo granulo di polline.

Quindi maggiore è la quantità di polline, maggiore la probabilità di ottenere semi nel frutto.

 

La teoria trova conferma nella pratica, almeno per mia esperienza; spesso i frutti prodotti in isolamento, soprattutto per le varietà più potenti di C.chinense, hanno meno semi di quelli prodotti in libera impollinazione.

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