Siamo tornati! Alexrm ed io siamo di nuovo a casa, giusto in tempo per il pranzo di Natale, dopo 12 giorni intensi in Bolivia e anche un paio di giorni in Brasile. Un viaggio massacrante (3200 km in auto, molti sterrati, decine di km a piedi), ma ne è valsa la pena   Abbiamo preparato questo viaggio per mesi ... in effetti, abbiamo preparato due viaggi ... L'idea originaria era di visitare solo la Bolivia, ma a causa dei disordini dopo le elezioni presidenziali del 20 ottobre scorso, siamo stati a lungo in dubbio se andare invece in Brasile. Il biglietto aereo non era rimborsabile, ma (non a caso) il volo prevedeva una tappa a São Paulo e quindi ci lasciava la possibilità di fermarci in Brasile. Pochi giorni prima della partenza la situazione politica si è stabilizzata e allora ... Bolivia!   Scriveremo un report dettagliato riportando sia i dettagli tecnici che le esperienze ed emozioni vissute. Intanto indichiamo solo le specie e varianti che abbiamo trovato e documentato:   Capsicum eshbaughii () Capsicum caballeroi Capsicum neei () Capsicum minutiflorum Capsicum eximium (a corolla bianca, viola e ... mista) Capsicum baccatum var baccatum Capsicum chacoense ( )   Delle specie endemiche boliviane mancano solo (oltre al C.coccineum, già visto nel 2015) C.cardenasii (molto lontano, in zona La Paz) e C.ceratocalyx (pure lontano e mai trovato in anni recenti).   Il destino ha comunque voluto farci andare anche in Brasile; negli  ultimi giorni del viaggio avevamo infatti pianificato una ulteriore ricerca del Capsicum coccineum a La Chonta, partendo da Buena Vista, ma il nostro viaggio verso quella cittadina è stato interrotto giusto all'altezza dell'aeroporto Viru Viru di Santa Cruz da uno dei classici "bloqueo" stradali tanto usati dai boliviani che devono protestare per questo o quel motivo (in questo caso le elezioni presidenziali non centravano). Considerando che questo tipo di proteste hanno durata indefinita e che eravamo a pochi km dall'aeroporto, la pazza idea di anticipare il volo S.Cruz-São Paulo e "saltare" in Brasile era quasi scontata ... Detto, fatto!    La scelta è stata davvero fortunata!  Il blocco stradale è stato rimosso quella sera stessa, ma a partire dalla notte e per i due giorni successivi è piovuto a dirotto e i fiumi della zona si sono ingrossati; guadare il Surutù (ricordate le foto del 2015 di Leonardo e me alle prese con i guadi?) sarebbe stato probabilmente impossibile; senza contare che arrivare a La Chonta comporta una bella passeggiata di 10 km (e ritorno) che sotto la pioggia battente non è molto allettante.   In Brasile, con un solo giorno pieno a disposizione (più qualche ora la sera prima e il mattino seguente per trasferimenti) la scelta su cosa cercare era obbligata ... ma ne riparleremo a suo tempo.     Prima di iniziare il report, vorrei anche chiarire quali sono gli scopi di questo viaggio e degli altri simili che lo hanno preceduto e, in parte, senza entrare troppo nel dettaglio, anche in cosa consiste la preparazione.   Lo scopo principale è naturalmente vedere di persona i Capsicum selvatici nel loro ambiente naturale. Naturale complemento ai ritrovamenti è documentare le piante con foto (se possibile di qualità), video e descrizioni dettagliate. Altro scopo importante è integrare le conoscenze dei botanici con osservazioni, indicazioni e aggiornamenti sulle popolazioni e il loro stato attuale. Naturalmente c'è anche sempre il sogno di trovare qualcosa mai visto prima; non si sa mai!   E' chiaro che per cercare i Capsicum selvatici, soprattutto in Bolivia dove le popolazioni in generale sono quasi sempre formate da poche piante, NON si può procedere a caso; sarebbe come cercare il proverbiale ago nel pagliaio. La preparazione consiste nello studio di tutte le fonti possibili relative ai ritrovamenti del passato (articoli scientifici, relazioni di viaggio ecc). Il risultato è una mappa di tutti i punti di possibile interesse integrata da note e descrizioni per ciascun punto. Giusto per dare un'idea, ecco uno screenshot della nostra mappa completa della Bolivia nel suo stato attuale (prima del viaggio):     Naturalmente la versione completa si può zoomare a piacere fino ai limiti della risoluzione della vista satellitare:     Ogni diverso simbolo rappresenta una diversa specie (alcune specie con pochi punti sono accomunate dallo stesso simbolo perché il numero di simboli (livelli) utilizzabili è limitato a 10). Abbiamo naturalmente anche una mappa simile per il Brasile (con molti più punti).   Una volta esplorato un punto di interesse, generalmente estendiamo la ricerca ad aree vicine con caratteristiche simili. In alcuni casi troviamo molte più piante di quante indicato dalla fonti recenti (è il caso, per esempio, di C.eshbaughii), in altri casi non troviamo più nulla  , spesso a causa della distruzione dell'habitat originario. In ogni caso, i punti di interesse e i ritrovamenti, sia nostri che dei botanici professionisti, danno solo una idea approssimativa della diffusione di una specie; una esplorazione sistematica richiederebbe settimane o mesi per ogni singola area; per esempio, nel caso del Capsicum neei ci siamo accontentati di trovare una pianta segnalata di recente e altre piante poco lontano; nel complesso i punti in cui è stata segnalata questa specie sono 5 o 6 in tutto, ma probabilmente è ampiamente diffusa in tutta la Serrania do Inão, un territorio immenso e impervio la cui esplorazione richiederebbe una spedizione apposita, meglio se con l'aiuto di abitanti del posto in grado di muoversi con sicurezza nel dedalo di piste sterrate e sentieri.   Desidero sottolineare che tra gli scopi di questi viaggi NON c'è quello di raccogliere frutti o semi, tantomeno quello di metterli poi in commercio!   Come dovrebbe essere ben noto a tutti, la raccolta ed esportazione di materiale selvatico (in particolare semi, ma anche parti di piante, animali ecc) è illegale in molti paesi (dopo la Convenzione di Rio 1992 sulla conservazione della biodiversità), in particolare appunto in Brasile e Bolivia.   Chiudo questa anteprima con alcune foto "d'ambiente": foresta boliviana, una zona secca e quasi desertica (Valle del Mizque) e infine la classica "strada da Capsicum" nella Mata Atlantica brasiliana         Da domani ... report! (scritto a 4 mani, insieme ad Alex)