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Lothabih Jolokia

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Compilatore Oban 2016

Capsicum frutescens L.

Lothabih Jolokia

Il Lothabih Jolokia è una cultivar di C.frutescens originaria dell'India, la specie ha un patrimonio genetico a 24 cromosomi.
Talvolta è chiamato con i nomi Lotah Bih e Lotha Bih ma forse nessuna delle due denominazione è così appropriata.
Nel 2008, non lontano dai tempi in cui col termine Jolokia si speculava dappertutto, c'era molta confusione in merito alla reale esistenza dei SuperHot indiani e questo C.fruscens era commercializzato proprio dalla Frontal Agritech Private Limited, la celebre azienda assamese del Bih Jolokia Assam #1 di @Lonewolf.
I semi utilizzati per far germinare la pianta in esame sono stati acquistati dal sito semillas.de, gestito da Peter Merle, il "peter" indicato nel prossimo link e presumibilmente i semi provengono proprio dall'India, tramite Chris peraltro, tale cmpman1974...tanto per cambiare!

Si pensa possa essere questa la cultivar che, a seguito di impollinazioni incrociate con una cultivar della specie C.chinense, abbia originato il Bih Jolokia.
Non v'è dubbio che nell'evoluzione filogenetica delle varietà assamesi o bengalesi di C.chinense, ci siano state impollinazioni incrociate che hanno generato ibridi intraspecifici, magari proprio con questa varietà.
Fu proprio Paul W.Bosland nell' Aprile del 2007, con la pubblicazione del articolo scientifico Bhut JolokiaThe Worlds Hottest Known Chile Pepper is a Putative Naturally Occurring Interspecific Hybrid (Paul W. Bosland and Jit B. Baral) noto nell'ambiente con il nome "JolokiaArt", a dimostrare che il primo SuperHot avesse qualcosa in comune con la specie C.frutescens: tramite la presenza di alcuni markers specifici (RAPD markers) nel DNA del Bhut Jolokia, otto dei quali erano specifici per C.chinense, tre specifici per la specie C.frutescens e nessuno specifico per la specie C.annuum.
JolokiaArt.pdf

 

L'ibridazione interspecifica tra piante di diversa natura è un fenomeno comune che permette ad alcune specie di acquisire nuovi geni da altre specie, difficile dire, senza studi specifici sul genoma di queste piante, quando e come questi incroci, sporadici e difficoltosi siano avvenuti, se spontaneamente in ambiente naturale o grazie all'intervento umano.

Il portamento prostrato della pianta nella prima fase vegetativa, la forma, il colore e la dimensione delle foglie, fanno pensare molto al Naga, al Bhut e al Bih per l'appunto.
Dalle descrizioni del frutto trovate in rete poi, sembra che il sapore li ricordi molto i suddetti C.chinense e che la piccantezza, anch'essa da verificare perchè sembra esagerata per questa specie, sia compresa tra 350,000 to 550,000 SHU!
A seguito di numerosi assaggi posso confermare che vi siano delle somiglianze con il sapore dei C.chinense indiani, seppur il sapore acidulo è tipico della specie C.frutescens, tuttavia la piccantezza non raggiunge assolutamente il mezzo milione di unità Scoville come pubblicizzato al tempo.
è anche vero che il Lothabih Jolokia è un C.frutescens atipico, uno dei pochi a non essere "soft", è questo il termine inglese specifico per indicare una caratteristica di molte cultivar della specie domestica C.frutescens e di molti wilds, ovvero la presenza di frutti decidui e succosi, che oppongono poca resistenza prima di staccarsi dal picciolo a maturazione avvenuta.


I semi hanno una forma rotonda, sono di piccole dimensioni (3-4 mm di Ø) e di colore giallo paglierino.
Germinabilità buona con tempi di germinazioni abbastanzabrevi, 6-8 giorni dalla posa su scottex, 13-14 giorni per l'apertura dei cotiledoni e 22 giorni per osservare la prima coppia di foglie vere.

I cotiledoni sono di forma ovata,di colore verde e di dimensioni contenute.

Il colore del fusticino, rilevato al primo rinvaso, è verde chiaro.
La plantula è esile ma dotata di un fitto e robusto apparato fogliare.
La pianta adulta invece è robusta e compatta, alta circa 50-60 cm e larga 40-50 cm, tende ad assumere una forma a cespuglio, con fusto spesso e lunghi getti laterali che partono dalla base del fusto, conferendo alla pianta un aspetto prostrato.

Le foglie sono di forma ovale, di colore verde ed hanno un aspetto opaco.
Il picciolo delle foglie è lungo e robusto, la dimensione massima delle foglie è di circa 10 cm di lunghezza e 4 cm di larghezza, nella fase della fruttificazione molto meno.
La pagina dorsale ha una tonalità di colore leggermente più scura rispetto alla pagina ventrale.
è evidente la presenza di tricomi sulla pagina dorsale e sul margine seghettato delle foglie, al tatto è possibile apprezzare una vaga pubescenza.

Il fiore è tipico della specie, eretto, due al massimo per nodo con internodi molto ravvicinati.
Il peduncolo è lungo ed esile, genicolato allantesi, con angolo acuto formato tra peduncolo e calice.
Ogni fiore presenta di norma 5 petali, grandi e di colore bianco con venature verde chiaro ma senza macchie.
La corolla è rotata, gli stami sono di colore lilla e le antere di colore celeste, pistillo ed ovario rispettivamente di colore bianco e verde, lo stigma è giallo.

Il frutto è eretto ed ha una forma allungata con base quadrata ed apice acuto, l'esocarpo è irregolare seppur liscio e l'aspetto è opaco.
Il picciolo è lungo ed esile, di colore verde, il calice è intermedio e la costrizione anulare è evidente.
La dimensione massima dei frutti è di circa 2-4 cm di lunghezza e 0,5-,0,8 cm di larghezza ed il peso è basso, 1 grammo ciascuno, ma è compensato dalla presenza di centinaia di allegagioni.
Il frutto appena allegato è di colore verde e matura virando sul rosso acceso passando per un colore bruno, quasi marrone partendo dalla base del frutto e coinvolgendo via via il resto del frutto fino all'apice.

L'interno del frutto presenta 3 loculi che contengono molti semi in proporzione alle dimensioni contenute dei frutti, presenti alla base del frutto ed ancorati alla placenta.
La placenta, di colore rosso tendente all'arancio, si estende dalla base del frutto solo per pochi centimetri e non riveste le pareti interne del frutto.
Matura in circa 50 giorni dall'allegagione e non essendo deciduo e succoso, al momento della raccolta del frutto, non viene via lasciando il picciolo sulla pianta e quindi non deperisce facilmente, come avviene con la maggiorparte dei C.frutescens, Tabasco incluso.

La varietà è estremamente produttiva, non molto precoce ma l'allegagione dei frutti è molto facile, costante durante tutta la stagione estiva.
Per questo motivo assistere alla cascola dei primi fiori della stagione è impossibile, allegano tutti senza difficoltà, solo quando la pianta si è riempita di centinaia di piccoli frutti è possibile assistere a questo fenomeno.

La piccantezza è alta ma è media per la specie di appartenenza, forse per via della succosità assente nei frutti, una caratterisctica che di solito aumenta la sensazione di bruciore delle fauci, dell'esofago ed dello stomaco, almeno nell'immediato.
La fase piccante è immediata e poco persistente.
Il profumo e il gusto sono tipiche della specie alla quale appartiene, con note acidule, fresche e floreali.

Pianta tardiva ma molto prolifica, indicata per la produzione di frutti da consumare freschi, è indifferente se cotti o crudi, sminuzzatli per la preparazione di salse pungenti, dal gusto esotico ed acidulo.
Sempre per l'aspetto della mancata succosità dei frutti è anche possibile essiccare facilmente i frutti, mai senza l'ausilio di un essiccatore elettrico, per la creazione di polveri da conservare per la stagione invernale.

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