Lonewolf 18,725 Posted December 19, 2015 Leonardo (Bruno) ed io siamo appena tornati da un viaggio lungo e impegnativo ... Due settimane piene in Bolivia E, giusto per non perdere le buone abitudini, anche un giorno in Brasile ; non ci sono voli diretti Italia-Bolivia e gli orari dei voli Italia-San Paolo-Santa Cruz De La Sierra sono perfetti per una veloce visita ad alcuni siti interessanti nei dintorni della metropoli brasiliana.Il viaggio è stato praticamente perfetto; quasi sempre bel tempo (solo un paio di mezze giornate di pioggia, sfruttate per trasferimenti), nessun problema con voli e bagagli, auto (4x4) all'altezza delle impegnative strade boliviane, alloggi e pasti sempre buoni, molti incontri con gente del posto cordiale e disponibile.Abbiamo esplorato i dintorni del parco Amboro', partendo da Santa Cruz De La Sierra, prima verso sud-ovest fino a limite del parco sulla "strada vecchia" per Cochabamba, poi verso nord-ovest fino a Buena Vista e gli ingressi al parco accessibili da quella cittadina.Nella prima parte del viaggio abbiamo effettuato anche una deviazione fino a Vallegrande.Pubblicheremo un resoconto completo con moltissime foto e anche alcuni filmati.Intanto, mentre scarichiamo le tante immagini su PC (oltre 1100 sulla mia reflex) e scegliamo le migliori, posso anticipare che, grazie ad una precisa pianificazione, ad una esperienza ormai consolidata e anche (perché no?) ad una buona dose di fortuna, abbiamo trovato (quasi) tutte le specie che crescono nella zona.Anche il periodo del viaggio è stato azzeccato; quasi tutte le specie trovate erano con fiori e frutti a vari stadi di maturazione.Aggiornamenti e immagini presto su questo topic ... da non perdere!----------Desideriamo effettuare un racconto dettagliato "a puntate", richiederà un po' di tempo ... Ma, lo so, tutti quelli che conoscono i Capsicum selvatici e sanno cosa c'è (soprattutto) nell'Amboro', vogliono prima di tutto sapere una cosa sola ... "Quello" l'avete trovato o no? E allora, leviamo subito ogni dubbio, rispondendo con una sola immagine (per ora, non la migliore) ...La prima immagine in assoluto mai pubblicata del fiore di ...Capsicum caballeroi Nee B) ----------Il viaggio in Bolivia inizia ... in Brasile!Non ci sono voli diretti dall'Italia per la Bolivia.La combinazione migliore passa da San Paolo, ma c'è un "buco" di alcune ore.L'idea di evitare l'inutile attesa e passare invece un giorno intero in Brasile nasce spontanea come il sorriso di un bimbo Il periodo è favorevole per una visita alla riserva di Paranapiacaba, già visitata inutilmente due volte in passato; il C.dusenii, specie ritrovata molte volte nella riserva e nelle immediate vicinanze, fiorisce molto presto e per questo motivo non sono mai riuscito a vedere fiori e frutti nei viaggi precedenti (fine febbraio, fine aprile/inizio maggio, giugno); questa è l'occasione giusta!Il direttore della Riserva accetta di accompagnarci nella visita.Arrivati a San Paolo all'alba e ritirata l'auto, alle 9 siamo già alle porte della riserva e iniziamo la ricerca ...Quasi subito ho uno spiacevole incontro con un bruco dall'aria davvero minacciosa che, arrivato da chissà dove, lascia qualche doloroso ricordo sulla mia mano ... ma certo non ci spaventiamo per così poco! Non riusciamo a trovare la pianta vista (senza fiori e frutti) nel 2013.Alla fine, dopo alcune ore e un bel po' di sentieri, ecco una pianta di probabile C.dusenii Bitter E' una pianta piuttosto piccola, con molti fiori, ma ancora senza frutti.Questo ritrovamento però pone più problemi di quelli che risolve Non corrisponde alle immagini scattate nell'autunno 2013 da Carlo Lorenzini (per conto della riserva) e nemmeno ad un paio di foto (non pubblicate) di G.E.BarbozaCi sono somiglianze (10 denti ineguali, apice dei petali leggermente cucullato) e differenze (pubescenza molto minore) anche rispetto alla descrizione di A.T.Hunziker ...(Immagine di A.T.Hunziker, Estudios sobre Solanaceae VII, Kurtziana 1971)L'assenza di frutti non consente di verificare la piccantezza, punto controverso per questa specie.Comunque, qualunque cosa sia questa pianta, non corrisponde a nessuna altra da me vista in Brasile e i 10 denti la collocano nel variegato gruppo dei C.cornutumSe non è un C.cornutum o un C.dusenii (che in tal caso presenterebbe una grande variabilità nella colorazione della corolla e nella pubescenza), allora è qualcosa di nuovo Ora, la parola alle immagini!Nella riserva troviamo anche alcune piante del cosidetto "edentatum" (nome provvisorio)A mio avviso si tratta di una variante di C.schottianum con denti leggermente accennati (di solito sono assenti), ma alcuni botanici ritengono sia una specie a sè.Usciti dalla riserva, andiamo a dare un'occhiata in un'altra zona già visitata in passato.Qui troviamo una pianta di "edentatum" davvero spettacolare, con centinaia (forse migliaia) di frutti!Abbiamo anche un video, ripreso con la videocamera dell'associazione!Non c'ho ancora preso la mano, ma è sufficiente a dare un'idea "Edentatum" a ParanapiacabaCi sono anche altre piante con fiori e frutti; un buon habitat per questa specie.Ripartiamo, diretti verso un luogo "storico", là dove nel lontano 2010 Alemariacho durante un suo viaggio turistico in Brasile aveva trovato (su mie indicazioni) una pianta wild, confermando la bontà delle mie informazioni e dando il via ai tanti viaggi Qui troviamo C.villosum e C.schottianum in quantità.Come previsto, è ancora troppo presto per fiori e frutti, ma la stagione promette bene ... Leonardo, che non aveva mai visto queste specie, ha di che rifarsi gli occhi In brevissimo tempo impara a riconoscere le piante anche da lontano, nonostante la nebbia che avvolge la zona, e i ritrovamenti si susseguono uno dopo l'altro ...Troviamo anche una bella aureliana ...Ripartiamo all'imbrunire, in mezzo ad una fitta nebbia, verso l'aeroporto.Cena (a buffet, pochi reais, quantità "a piacere") e una bella dormita in un hotel vicino all'aeroporto; al mattino successivo il breve volo (3 ore) per la destinazione finale: Santa Cruz de la Sierra, Bolivia!----------La prima cosa che colpisce arrivando a Santa Cruz è l'aeroporto, così piccolo ed essenziale.La seconda è l'intelligente metodo di controllo dei bagagli in uscita, non basato sull'aspetto personale o sulla simpatia o antipatia che si può ispirare al funzionario, ma semplicemente legato al caso; si deve premere un bottone, se suona il bagaglio viene controllato, altrimenti no Ovviamente quando premo io, suona , ma è solo una breve perdita di tempo ...Nemmeno il tempo di uscire dalla zona arrivi e ci troviamo di fronte il banchetto di Europcar su cui campeggia un foglio con il nostro nome Le formalità per completare il noleggio dell'auto prenotata (Suzuki Gran Vitara, 4x4 integrale, 3 porte, passo corto) richiedono poco tempo, poi usciamo nel parcheggio per la consegna ...PAM!Uscendo dall'ambiente condizionato dell'aeroporto, il caldo esterno colpisce come una mazzata!Caspita, l'estate torrida italiana al confronto è appena appena tiepida E' il primissimo pomeriggio quando partiamo per la nostra prima meta, il Jardin Botanico di Santa Cruz de La Sierra.La zona che circonda la città è già habitat per una delle specie selvatiche che cerchiamo e sappiamo da fonte MOLTO affidabile che dovrebbe esserci qualche pianta nel Jardin.Inoltre desideriamo vedere l'erbario che ospita un buon numero di CapsicumIl Jardin in realtà è molto grande, più simile ad un Parco che ad un Orto Botanico.L'accoglienza che ci viene riservata al Jardin è cordialissima (merito anche del grande botanico con cui siamo in contatto e che ha preannunciato la nostra visita )Dopo la lunga visita all'erbario e una lunghissima chiaccherata sui Capsicum (non è ben chiaro in quale lingua), ben 6 studiose che operano nel Jardin ci accompagnano lungo i tanti sentieri.Niente bruco, stavolta , ma risulta subito evidente che qui anche le formiche possono essere un problema Dopo breve tempo troviamo alcune piante del nostro primo obiettivo, il Capsicum minutiflorum (Rusby) Hunz.(anche queste dovrebbero essere le prime foto in assoluto pubblicate per questa specie )Ci sono pochi fiori, irregolari e parzialmente chiusi (considerando l'ora ormai prossima al tramonto), e alcuni frutti immaturi e maturi.Come il nome lascia intendere, il fiore è molto piccolo, ma carino; giallo pallido con striature appena più scure.Il frutto, rosso a maturazione, ha piccantezza molto variabile, da quasi assente a media.La pianta è molto diversa dai "soliti" wild brasiliani a cui siamo abituati, piuttosto esile e disordinata.Per tutti i dettagli, seguirà scheda completa nel nostro database, ma intanto godetevi le immagini Più avanti troviamo anche alcuni Capsicum baccatum var baccatum, con frutti tondeggianti e leggermente allungati.Questi li conosciamo già, ma vederli in natura è un'emozione nuova!Anche "altri" apprezzano questi peperoncini selvatici Una sosta per ammirare il laghetto interno al parco, frequentato da molti uccelli ...Qualche foto per Stefania; il viale d'ingresso contiene una lunga serie di bellissimi Adenium E, per finire, foto di gruppo (mancano un paio di accompagnatrici)Lasciamo il Jardin all'imbrunire (ma la collaborazione non finisce qui ), troviamo un piccolo hotel alla periferia sud-ovest della città, apprezziamo per la prima volta la ricca cucina boliviana e poi a nanna ...Domani sarà una giornata impegnativa ----------Fino a inizio 2011 ritenevo che C.minutiflorum fosse uno dei tanti nomi obsoleti, sinonimo di Bassovia minutiflora.In realtà è uno dei nomi attualmente accettati ed, evidentemente, esiste E' anche una specie di grande interesse per la presenza di individui con frutti privi di piccantezza mescolati ad altri con frutti piccanti.Questa particolarità, presente anche in popolazioni di C.chacoense, è molto interessante per studiare l'origine e il significato evolutivo della piccantezza e le relazioni tra popolazioni con frutti piccanti e non (ci sono molti articoli di Joshua Tewksbury sull'argomento).Colgo l'occasione per evidenziare come il genere Capsicum contenga pochissime specie (circa 40); è un bene (per noi) perché lascia aperta la possibilità di arrivare (forse) un giorno a conoscerle e vederle dal vivo TUTTE ( ).Inoltre, nel caso di ritrovamento di qualcosa di "strano", è facile capire se si tratta di una specie già esistente o di qualcosa di nuovo.Simili considerazioni non valgono evidentemente per altri generi della famiglia Solanacee, come per esempio per il genere Solanum che contiene migliaia di specie.La Bolivia sembra essere un vero paradiso per questo genere; nel corso di questo viaggio abbiamo visto un gran numero di individui di decine di specie diverse di Solanum!Non a caso, l'articolo di M.Nee che descrive C.caballeroi e C.ceratocalyx (2006) contiene anche la definizione di ben 6 nuove specie di Solanum boliviani.----------Il primo giorno completo in Bolivia inizia con un breve trasferimento lungo la highway 7, la vecchia strada da Santa Cruz a Cochabamba.Il termine "highway" non deve trarre in inganno; è una strada a due corsie con asfalto spesso rovinato e qualche tratto sterrato.Tutte le deviazioni laterali sono sterrate, incluse le strade cittadine (a volte lastricate).Occorre prestare grande attenzione ai dissuasori di velocità, dossi artificiali o rialzi in plastica dura, spesso non segnalati.Lungo il percorso si incontrano una serie di piccoli villaggi (Bermejo, Mataral) e alcune cittadine: Samaipata, Mairana e infine Comarapa; poi, il nulla (ci arriveremo!)La nostra prima esplorazione è sulla destra, lungo il Rio Salado.E' un buon posto per C.minutiflorum, ma non troviamo nulla Il caldo è soffocante; percepisco chiaramente che il mio collo si sta "scottando" e rimpiango di aver lasciato in valigia la crema solare (quasi mai usata in vita mia)Dappertutto uccelli e insetti di ogni tipo; queste cavallette (che ritroveremo spesso) sono vagamente inquietanti; si concentrano tutte su un'unica pianta e (temo) procedono alla distruzione totale.Lasciato il Rio Salado, saliamo gradualmente di quota verso Bermejo (un piccolo villaggio di poche case)La strada costeggia il Rio PiraìIn questa zona abbiamo una segnalazione molto precisa circa un sito da visitare per C.minutiflorum, ma (delusione!) la stradina è bloccata da un cancello.Il proprietario della piccola proprietà (in effetti, una semplice baracca in mezzo al bosco), è sulla strada con una carriola e alcuni caschi di banane (in mezzo al nulla!)In qualche modo (sembra non parli nemmeno spagnolo) riusciamo a convincerlo a farci visitare la stradina, ma troviamo solo una piccola piantina senza fiori e frutti.Quando gliela mostriamo, dice la prima cosa comprensibile, "Aji de monte" (caspita, la conosce!), ma subito dopo gela il nostro entusiasmo lasciando intendere che non è il periodo giusto per fiori e frutti Tuttavia, siamo testardi e determinati e, come sempre, la fortuna aiuta gli audaci ...Poco oltre infiliamo un'altra stradina che ci appare promettente (umida e ombrosa) e subito troviamo 5 piante adulte di Capsicum minutiflorum con fiori e frutti.Una pianta ha il fusto spezzato ed è sdraiata a terra, ma è ancora viva (anche se parzialmente avvizzita e con molti frutti caduti).Le altre sono in ottima forma.Come al solito, rimando alle schede complete di prossima pubblicazione nel database per i dettagli; abbiamo predisposto una scheda molto completa come guida per rilevare tutti i dettagli delle piante ed essere sicuri di non dimenticare nulla Ora, la parola alle immagini ... enjoy! Un paio di video ...C.minutiflorum nei pressi di BermejoRio Piraì vicino al sito per C.minutiflorumSiamo soddisfatti per il ritrovamento, ma ormai è quasi il tramonto (in questa stagione il sole sorge alle 5:30 e tramonta alle 18:30 circa)Ripartiamo diretti a Samaipata, piccola cittadina a vocazione turistica, dove trascorreremo la notte.Seguiamo il consiglio della guida Lonely Planet, piuttosto datata (2010) e, come scopriremo, spesso imprecisa sui posti per dormire e mangiare; questa volta però ci azzecca; la Posada del Sol è un ottimo posto per dormire e la cena è da leccarsi le dita.In camera i letti sono perfino protetti da zanzariera (anche se siamo in quota, 1650 m, e non ci sono molti insetti).Leggermente euforici (non è chiaro se per il minutiflorum o i 620 ml di birra), ci addormentiamo più o meno all'ora in cui a casa inizio a svegliarmi davvero e ci godiamo il meritato riposo.----------Una precisazione.A sentire parlare di Bolivia spesso ci vengono in mente alte montagne, freddo, vestiti e berretti di lana, lama e alpaca, paesaggi brulli, laghi e deserti salati in alta quota.La Bolivia è ANCHE quello, ovviamente, ma la metà a est della nazione è in realtà a bassa quota e ha un clima tropicale; confina con l'amazzonia e il pantanal!La zona che abbiamo visitato comprende bassopiani (300 m) con clima tropicale nella zona di Santa Cruz e Buena Vista e aree in quota (fino a 2600 m circa) con clima più temperato lungo il lato sud-ovest del parco Amborò.Aree a quote maggiori (La Paz, a nord ovest) e aree più aride (a sud, Tarija e Sucre) sono troppo lontane (considerando lo stato delle strade) e richiederanno (magari!) altri viaggi.Il solo viaggio Santa Cruz-La Paz può richiedere 2 o 3 giorni!Le specie più interessanti nelle aree NON visitate sono C.cardenasii e C.ceratocalyx a nord-ovest, C.eximium (a fiore viola) e C.chacoense a sud.E' anche da evidenziare che non è ancora stata effettuata una esplorazione sistematica all'interno del parco Amboro' (400 mila ettari); non risulta, in effetti, che qualcuno sia ancora riuscito ad attraversare tutto il parco, dagli ingressi nord-est in zona Buena Vista fino a quelli sud-ovest a Mairana o Comarapa.Si può solo immaginare quali meraviglie siano ancora nascoste nelle sue aree più inaccessibili.----------In attesa della prossima puntata, qualche ringraziamento a quanti hanno contribuito alla buona riuscita di questo viaggio Grazie di cuore a ...Prof. Michael Nee, per le tante informazioni sui Capsicum e per l'aiuto nel contattare il Jardin Botanico e il Museo di Storia Naturale N.K.Mercado di Santa Cruz Prof. Joshua Tewksbury, fonte di informazioni sui Capsicum e ... di ispirazioneProf. Paul Bosland per il prezioso aiuto nel contattare i due precedentiDott. Eduardo Pereira Cabral Gomes, direttore della Riserva Biologica di Paranapiacaba, e la guida Anton per l'aiuto nella ricerca del C.duseniiDott.sse Cleidy Alvarez Severiche, Jessica Del Barrio Sacilotto e le altre "ragazze" del Jardin Botanico per l'aiuto e la cordialissima accoglienzaDott. Germaine Alexander Parada del Museo N.K.Mercado per l'interessante chiaccherata sui Capsicum bolivianiFranklin, guida nella visita al Parco Amboro'Dott.ssa Anna Maspero per le preziose informazioni generali sulla Bolivia e per l'ottima Guida che ha scritto su questo splendido paeseMia moglie Stefania per l'insostituibile lavoro organizzativo e ... per sopportarmi/supportarmi ancora, nonostante tutto E, ovviamente, Leonardo Bruno, perfetto compagno di viaggio Spero di non dimenticare nessuno ...----------Il giorno successivo inizia con una visita al mercato di Samaipata.Come in tutti i mercati locali, non mancano certo i rocoto (che qui chiamano "locoto")La mattinata e' dedicata alla ricerca del C.esbaughii BarbozaSenza successo, purtroppo, ma era prevedibile ...La segnalazione è vecchia di quasi 30 anni ed è di fatto l'unica per questa specie (che all'epoca però era stata classificata come C.chacoense, C.baccatum var baccatum o C.eximium var tomentosum).Le coordinate del sito (imprecise, senza i secondi di grado) indicano un luogo che corrisponde ad una scoscesa scarpata sotto la strada Samaipata-Mairana.Come sempre in questi casi, partiamo dal presupposto che i botanici non si avventurano in luoghi "impossibili" ( ) e cerchiamo una alternativa.Studiando la zona dalle immagini del satellite, ci rendiamo conto che il luogo del ritrovamento corrisponde al letto di un torrente asciutto (Quebrada Seca) ed è accessibile partendo da uno sterrato che corre parallelo alla strada principale, ma molto più in basso.Con un lungo giro, raggiungiamo l'ingresso al torrente e lo esploriamo tutto.Di Capsicum, nemmeno l'ombra Tappa successiva, La Yunga de Mairana.Uno sterrato si inerpica lungo la montagna per una quindicina di km fino alla località di La Yunga.L'auto dimostra di essere perfetta per questo tipo di terreno Da qui è possibile entrare nel parco Amborò in un punto noto come Bosque de helecios, il bosco delle felci giganti (alte fino a 12-13 metri!)I punti di nostro interesse sono però prima del parco, ad una quota di circa 2200 metri; ci sono segnalazioni per C.caballeroi e anche per un Capsicum sp.Purtroppo, è presto chiaro che ben difficilmente troveremo qualcosa qui; ai lati della strada sterrata si susseguono coltivazioni recintate e l'intera zona non presenta luoghi adatti ai Capsicum, boschetti ombrosi e umidi.E' tutto in pieno sole ...L'ambiente è molto cambiato negli ultimi anni.Esploriamo inutilmente varie stradine laterali.Più giù, esploriamo altri siti promettenti, ma anche qui non siamo fortunati.Troviamo solo tanti, tantissimi Solanum, incluso uno davvero inatteso , un "vero" ... pomodoro!Nel pomeriggio, ci prende l'ansia ( ) e decidiamo di stringere i tempi e arrivare quanto prima nel vero "regno" del C.caballeroi, molto più a nord-ovest; in ogni caso, dovremo tornare per questa stessa strada e quindi, se utile, ci sarà tempo per approfondire l'esplorazione.Lasciamo Mairana in direzione di Comarapa.Non manca molto al tramonto e dobbiamo fare molta strada.Non c'è tempo per fermarsi nella zona di Mataral dove ... ne riparliamo al ritorno Certo questa zona presenta una vegetazione insolita, un ambiente quasi desertico con tanto di cactus.Arriviamo a Comarapa, a circa 2000 m s.l.m., all'imbrunire, giusto in tempo per trovare un alloggio e un buon posto per mangiare (l'immancabile pollo y papas fritas).Domani sarà una giornata critica, nel regno del C.caballeroi----------Di buon mattino, dopo abbondante colazione, partiamo da Comarapa verso nord-ovest.Un primo segnale del "nulla" verso cui siamo diretti lo riceviamo alle porte della cittadina, presso la barriera per il pagamento del pedaggio.In Bolivia i pedaggi si pagano ogni circa 50-60 km, solo all'andata (al ritorno basta esibire la ricevuta) e in base alla destinazione.L'importo è minimo, meno di 1 euro.Il casellante però non sa dov'è la località verso cui siamo diretti! Per essere precisi, la strada porta a Cochabamba, 250 km a nord-ovest, 500 km da Santa Cruz.Oltre il punto che abbiamo raggiunto, la strada sale fino ai 3480 della località La Siberia (nomen omen ), poi scende fino a Cochabamba costeggiando il Parco Carrasco.Fino alla costruzione della "nuova" strada Santa Cruz-Cochabamba (highway 4, a nord del Parco Amboro'), questa era una delle principali vie di comunicazione della Bolivia. La strada è ampia, ma sterrata; ci sono lavori in corso.Guadagnamo rapidamente quota, ma dopo una curva, una brutta sorpresa Un escavatore sta scavando una buca nella "nostra" strada!Toglie palate di terra e riempie grossi camion dall'altro lato.Per qualche minuto temiamo che la nostra ricerca del C.caballeroi finisca qui Inutile dire che NON ci sono strade alternative!Tempo per una foto a bordo strada e poi salto dall'altra parte e parlo con chi dirige l'operazione.Mi assicura che entro mezzora potremo passare ... mah?!Tra l'altro, la posizione non è delle più sicure; a destra abbiamo una ripida scarpata dall'aspetto instabile, a sinistra un burrone.Un camion si è fermato proprio dietro di noi e ci impedisce di arretrare.Dopo 25 minuti, l'escavatore inizia a "ricostruire" la strada e in 5 minuti è tutto sistemato e possiamo passare Certo, vedere la pala praticamente sopra il nostro cofano non è stato per nulla rilassante Ripartiamo verso nord-ovest; la strada sale sempre più e poco dopo entriamo nel regno delle nubi, intorno a 2500 metri di quota.Visitiamo un sito davvero molto promettente, una strada laterale che sembra "fatta apposta" e che scende in un bellissimo bosco umido con tutte le piante ricoperte di muschi e licheni.Nonostante le premesse, non troviamo nulla e ritorniamo delusi all'auto.Ripartiamo verso la nostra meta finale.In un primo momento ci sfugge la deviazione sulla destra, me l'aspettavo in salita, ma invece la strada scende.Anche la "casita" che di fatto è tutto il villaggio (!) e il campo di calcio (?! ma CHI gioca a calcio in questo posto? ) sono visibili solo procedendo nell'altra direzione.Comunque, dopo questa incertezza, siamo finalmente nel vero regno del C.caballeroi, il luogo dove si sono contentrati il maggior numero di ritrovamenti nel corso dei decenni.Stavolta la fortuna ci assiste e troviamo quasi subito alcune piante.Com'è noto, vedo male i colori e i frutti rossi non attirano molto la mia attenzione ... ma i fiori gialli SI! Leonardo, che mi raggiunge prontamente, individua subito frutti rossi in abbondanza poco più in là Come sempre, rimando alla scheda di prossima pubblicazione per tutti i dettagli.Intanto, gustatevi le oltre 100 foto che abbiamo selezionato ...Capsicum caballeroi NeeVideo!Il regno del C.caballeroiC.caballeroi 2C.caballeroi 3C.caballeroi 4C.caballeroi 5Cerchiamo anche in altri luoghi nei dintorni, ma senza fortuna.Comunque soddisfatti, rientriamo verso Comarapa.All'inizio del cantiere dobbiamo aspettare un'ora e mezza ( ), ma non importa; abbiamo quel che volevamo e nulla può farci perdere il buonumore!Ritorniamo a Comarapa che è ormai buio.Stasera festeggiamo il ritrovamento e il compleanno di Leonardo (domani) con un bel paio di birre fresche ...----------CopyrightTutte le fotografie sono di proprietà di Claudio Dal Zovo o di Leonardo Bruno e sono tutelate dalla legge italiana sul diritto dautore (Legge del 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni)E vietata ogni riproduzione, diffusione e spaccio, anche parziale e in qualsiasi forma, senza esplicito consenso scritto del rispettivo autore.---------- 4 Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,725 Posted December 19, 2015 La prima meta del giorno successivo è intrigante e anche facile da raggiungere.I ricercatori che hanno individuato il sito (pochi anni fa) hanno classificato la specie come Capsicum sp., ma in seguito è stata inserita nei ritrovamenti di C.caballeroi.La bassa quota e l'ambiente antropizzato mi suscitano molti dubbi, non credo proprio si tratti di una "campanella gialla"; comunque, andiamo a dare un'occhiata.Il sito è a soli 6 km da Comarapa, verso nord, lungo un rio e in corrispondenza di una fattoria.Raggiungiamo il punto esatto in auto; dalla descrizione "lungo il rio" mi sono fatto l'idea che le piante siano a destra della strada (salendo), verso il torrentello che si vede ad una decina di metri, oltre alcuni orti e terreni recintati.Parcheggiamo in uno spiazzo sulla destra e iniziamo a preparare gli zaini, sempre guardando verso il fiume.Ad un certo punto mi giro e vedo dall'altra parte della strada un contadino che ci guarda da sopra il muretto di recinzione della sua piccola fattoria.Per non sembrare scortesi, attraversiamo la strada e chiediamo informazioni."Buenas días. Tenemos que buscar ajies silvestres""Ajies?""Si, ulupicas. Están aquí?"L'uomo indica con la mano un punto ... due metri alla nostra destra! Ci sono 2 splendide piante di Capsicum, altre 2 appena dietro l'angolo Mai fatto un ritrovamento così facile! Un bel regalo di compleanno per Leonardo! Prontamente l'uomo stacca un frutto maturo e ce lo porge ... assaggiamo con dignità (azz ... piccante!) e siamo promossi "machos" Ad un rapido esame è evidente che si tratta di una varietà di Capsicum eximium Hunz.La particolarità principale è la corolla bianca, non viola, ma tutte le altre carattertistiche non lasciano dubbi.Le 4 piante sono molto simili, ma non del tutto uguali tra loro; varia soprattutto il colore dei boccioli e del retro della corolla.Un bel esempio di variabilità individuale nell'ambito di una stessa piccola popolazione.Ci scateniamo con le reflex! Pianta APianta BPianta CPianta DNel frattempo il contadino ha acceso una radio da qualche parte, così siamo anche allietati da piacevoli musiche boliviane!Fin troppo facile C'e' anche il tempo per qualche video:C.eximium 1C.eximium 2C.eximium 3C.eximium 4----------Il pomeriggio è tutta un'altra storia Desideriamo effettuare ancora un tentativo per C.caballeroiA nord di Comarapa, piuttosto lontano (20 km) sono stati effettuati alcuni ritrovamenti.Con grande sorpresa, il navigatore indica che esiste una strada direttamente fino al sito!E' il nostro giorno fortunato?Non proprio ... dopo 13-14 km la "strada" diventa un sentiero percorribile solo a piedi; ancora almeno 6-7 km ci separano dalla meta ... e sembra tutta salita!Ci incamminiamo a passo veloce, sempre con gli occhi concentrati a bordo sentiero (non si sa mai!)Il caldo-umido è notevole, siamo ben oltre 2000 m, ma siamo allenati e procediamo spediti.Quando arriviamo sul crinale, a 2600 m, possiamo finalmente vedere l'altro versante. Le catene montuose che si intravedono tra le nubi davanti a noi sono il cuore del parco Amborò; è possibile che nessuno ci abbia mai messo piede!Lo stretto sentiero scende in mezzo ad una vera foresta tropicale in alta quota ("bosque nublado").Purtroppo c'è moltissimo fango e la progressione è molto difficile. Spesso affondiamo fino alle caviglie; è qui che nasce l'idea di acquistare al più presto un paio di stivali 360° nella forestaArriviamo forse a meno di un km dai luoghi indicati, ma è davvero problematico proseguire.Del resto, abbiamo comunque esplorato un bel pezzo di ambiente incontaminato; se il C.caballeroi è qui, qualche centinaio di metri in più o in meno non fanno differenze, soprattutto tenendo conto che le indicazioni sono molto datate e le coordinate non precise (solo gradi e primi)Ora però, comodamente seduto alla mia scrivania, penso che sarebbe stato bello avere avuto un paio di stivali e aver continuato ancora per un bel tratto, anche a costo di rientrare al buio a Comarapa L'ansia di muoverci verso altre specie ci ha forse messo troppa fretta in questa giornata.In realtà l'esame della situazione su Google Earth (possibile perché ho rilevato le coordinate del punto massimo raggiunto) indicano che mancava ancora oltre 1 km per il primo sito, 1.8 km per il secondo (in linea retta).Questo mi tranquillizza un po', sarebbe stato difficile arrivare a destinazione e ancor più tornare (visto che praticamente era tutta discesa ... all'andata)Ritorniamo verso Comarapa.Ci concediamo una breve sosta turistica presso un piccolo sito archeologico.Nel tardo pomeriggio, lasciamo Comarapa verso Mataral e poi Vallegrande, cittadina 50 km a sud di Mataral, famosa per le vicende legate a Che Guevara.----------Prima di parlare di Vallegrande, due parole su Mataral.In quest'area sono segnalati ritrovamenti di una possibile nuova specie denominata temporaneamente Capsicum pubescens subsp. arachnoideum.Sembra sia il misterioso antenato selvatico dei C.pubescens (ma non sara' per caso qualcosa di simile a quello che chiamiamo "rocopica" ?)Non si sa molto altro e le indicazioni sui siti sono molto generiche; non ci sono coordinate e nemmeno descrizioni precise dei luoghi di ritrovamento.Passando, sia all'andata che al ritorno, ci fermiamo in più punti che potrebbero essere promettenti, ma non troviamo nulla.Anche qui, mi rimane il dubbio di non aver cercato abbastanza; tuttavia abbiamo saputo in seguito che anche un illustre botanico ha effettuato una ricerca solo una settimana prima del nostro arrivo senza trovare nulla; questo ci mette il cuore in pace All'imbrunire percorriamo i 50 km da Mataral a Vallegrande su una strada ampia e scorrevole, la migliore trovata finora.Troviamo una buona sistemazione per la notte e un ottimo posto per mangiare, proprio vicino alla piazza centrale.Da qualche sera ci chiediamo come mai non troviamo piatti piccanti; stasera scopriamo che ... basta chiedere! Alla nostra richiesta di "ajies o locoto" ci portano una salsa a base di "locoto molido" (rocoto macinato), piccante quanto basta per mitigare la crisi di astinenza da piccantezza Una buona dormita, forse la migliore fino a questo momento, ci prepara al meglio per l'esplorazione in programma per il giorno successivo ...----------Il mattino successivo, a Vallegrande ... piove Ottima occasione per visitare il mercato locale di frutta e verdura Non mancano i "locoto" ...... ma è difficile acquistarli Ce li vogliono a tutti i costi regalare! Certo due "gringos" interessati a questi frutti e che girano con un cappellino "Pepperfriends" non devono essere molto comuni In un banchetto cerco di acquistare un bel rocoto perché devo cambiare una banconota da 10 bolivianos in monete, ma vogliono regalarmi il frutto che ho scelto.Spiego che devo cambiare e allora accettano la banconota e ... mi restituiscono monete per pari importo!Mentre mi allontano, mi richiamano ("caballero!") e mi offrono un frutto migliore di quel che ho già in mano Troviamo in vendita anche polvere di aji panca confezionata; la tecnologia pian piano arriva anche qui In un banchetto troviamo anche qualcosa che stiamo cercando già dal primo giorno: un possibile C.baccatum brown E' chiamato Aji blacareta; è piuttosto piccante e quasi sicuramente un C.baccatum (come dimostra il lunghissimo peduncolo)Resta da verificare se i frutti maturi freschi sono effettivamente color marrone ...(E' il caso di evidenziare che semi di rocoto e altri frutti acquistati al mercato non rientrano nel divieto di raccolta ed esportazione di materiale "wild", anche se in teoria non si potrebbero comunque portare in Italia senza sottoporli a controllo fitosanitario)Dopo il mercato, aspettiamo che smetta di piovere passando un po' di tempo in un Internet point; ottima occasione per chiamare casa con skype.Di solito è difficile comunicare in tempo reale con l'Italia a causa delle 5 ore di differenza; quando a sera siamo "pronti" e abbiamo accesso a qualche wifi, in Italia è notte fonda.Alla prima schiarita, usciamo dalla cittadina diretti verso sud.La strada, ampia e scorrevole prima della cittadina, ora è uno sterrato fangoso; evidentemente a sud di Vallegrande non ci sono altre località importanti.Qui è il regno del Capsicum eximium Hunz.Ancora una volta, più che in altri luoghi, ci rendiamo conto che i locali conoscono questa specie, la utilizzano e sanno perfettamente in che fase vegetativa sono le piante.Le nostre indicazioni sono contrastanti: coordinate e nome della località non coincidono ...Allora prendiamo una stradina sterrata a caso, con i due lati costeggiati da vegetazione.Superiamo una ragazza a piedi e chiediamo se qui ci sono "ulupicas"; risposta affermativa, ma ora ci sono solo fiori, troppo presto per i frutti (perché le piogge sono iniziate da poco)Ci avvisa anche che le piante sono più avanti e più in alto ("Arriba arriba ...")Proseguiamo in auto fino ad uno spiazzo, un km più avanti.Intanto ha ripreso a piovere a tratti, aspettiamo in auto che smetta (per le fotocamere, non certo per non bagnarci la testa )Poco dopo, arriva a piedi la stessa ragazza di prima (che abbiamo ribattezzato "arriba arriba"), si avvicina all'auto e ci fa capire che c'e' una pianta circa 10 metri più indietro Scendiamo a vedere ed effettivamente c'è una piccola pianta di ulupica con qualche fiore , per niente facile da individuare.Bene! Possiamo esplorare da qui in poi, indietro ha già esplorato la nostra nuova amica La ragazza ci dice anche che a casa ha una bella pianta, seppur senza frutti.Insiste per regalarci una piantina! Anche "pequeña", se grande non si può portare in aereo Appena smette di piovere, esploriamo con attenzione tutta la strada da quel punto in poi e troviamo moltissime piantine, praticamente una ogni 2-3 metri, da entrambi i lati.La varietà è simile a quella vista il giorno prima a Comarapa, corolla bianca e non viola, ma c'è una notevole variabilità individuale.In particolare, alcune piante hanno fiori molto piccoli, ma con antere di dimensioni normali; l'effetto è interessante, certi fiori sembrano avere antere di dimensioni spropositate.Alcune piante sono molto pubescenti, altre meno.Purtroppo ci sono solo pochi frutti appena allegati; questo posto meriterebbe una visita in gennaio o febbraio.Ora, spazio alle immagini!Capsicum eximium HunzRitorniamo verso MataralCi fermiamo in altri siti noti e luoghi promettenti, ma non troviamo nulla.In un punto molto interessante incontriamo una signora dall'aria vagamente inquietante, forse perché ha in mano un'ascia e al fianco un machete ( )Chiediamo se ci sono ulupica in giro e ci risponde di si, ma che ora c'è solo il "palo seco"; ha iniziato a piovere da troppo poco tempo.E' chiaro che in questa zona i Capsicum hanno un andamento stagionale; in inverno (stagione secca) entrano in quiescenza e riprendono a vegetare in estate, all'arrivo delle prime piogge.Esploriamo il "deserto" nei pressi di Mataral e altri siti interessanti per l'arachnoideum, ma senza fortunaAl tramonto riprendiamo la strada del ritorno, verso Mairana e Samaipata ...Ora abbiamo fretta di arrivare nella zona di Buena Vista per dare la caccia all'ultima delle specie obiettivo di questo viaggio ---------- Dopo una tappa a Samaipata, iniziamo il lungo viaggio sotto la pioggia fino a Santa Cruz e poi per altri 100 km verso nord-ovest fino a Buena Vista. Buena Vista è a circa 300 m s.l.m., il clima è caldo-umido, ma un po' più fresco rispetto a Santa Cruz. La piacevole cittadina sarà la nostra base fissa per i prossimi giorni. In questa zona cerchiamo ancora il C.minutiflorum e e soprattutto l'inafferrabile Capsicum coccineum (nessuna foto e nessun disegno disponibili!) Troviamo una sistemazione discreta e tranquilla presso l'hostal Nadia, ad un prezzo irrisorio (circa 7 euro/notte a testa!). L'hostal è a pochi passi dalla piazza principale, molto graziosa. Ci sono perfino i contenitori per la raccolta differenziata! L'unico piccolo neo per chi, come me, ama il silenzio, è che proprio oggi (domenica) termina (per fortuna!) la festa patronale Musica ad alto volume e fin quasi all'alba Leonardo dorme beatamente, io mi agito nel letto e rifletto sul fatto che le tradizioni popolari sono una bella cosa, ma dovrebbero rispettare la tradizione fino in fondo ... quando sono nate, non esistevano gli amplificatori Vabbè ... Per quanto riguarda i Capsicum, l'inizio è promettente. Sul piccolo patio dove si aprono le porte delle camere c'è una bella pianta di C.baccatum var baccatum La proprietaria è molto orgogliosa della sua pianta; ci dice che sono "piccantissimi!" Gli lasciamo il biglietto da visita Pepperfriends dicendole di scriverci e richiedere qualche seme di morouga Comunque è pur sempre un Capsicum wild, e quindi vai con le foto! Capsicum baccatum L. var baccatum Prima di sera il tempo migliora e decidiamo di dare un'occhiata alla strada sterrata che scende verso sud, per capire meglio la situazione. Questa zona è molto complicata, non è stato facile raccogliere informazioni dall'Italia e capire come e dove muoversi. La prima difficoltà è nel fatto che dovremo cercare (anche) all'interno dell'Amboró, ma non sono ben chiare le modalità per l'accesso. Come scopriremo poi, i vari punti di accesso sono gestiti dalle comunità locali che vivono nell'area intermedia prima del parco; ogni comunità ha le sue regole. La seconda difficoltà è che tutti gli accessi richiedono un guado; per i tre accessi a sud di Buena Vista (Saguayo, La Chonta e Macuñucu) è necessario attraversare il rio Surutú dalla sponda est a quella ovest, per i due accessi a ovest della cittadina (Mataracú e Ichilo) occorre guadare ancora il Surutú oppure il rio Yapacaní. La questione principale è sapere se i guadi possono essere effettuati in auto oppure no. Già dalla ricognizione serale sul primo guado (per la comunità di El Carmen e l'accesso al parco Saguayo) appare evidente che (nella stagione estiva) non è possibile effettuare il guado con la nostra auto e probabilmente nemmeno con una più grossa Torniamo in paese e dedichiamo un po' di tempo all'acquisto un paio di stivali ciascuno Il mattino seguente scendiamo più a sud, oltre il villaggio di Huaytú, e diamo un'occhiata anche al guado per l'ingresso di La Chonta. Qui il fiume è più stretto, ma più profondo e con corrente più forte ... niente da fare con l'auto. Proviamo con gli stivali, ma non bastano. Pazienza, ci bagneremo i piedi La preoccupazione nell'affrontare un guado non è tanto per dover mettere i piedi nell'acqua torbida, ma (ovviamente) per il fatto che negli zaini abbiamo tutta l'attrezzatura fotografica; un bagno fuori programma non è precisamente l'ideale! Comunque nei giorni seguenti, per sicurezza, sistemiamo tutta l'attrezzatura in sacchi di plastica. Oltre il fiume abbiamo un paio di siti interessanti e vicini, lungo un rio secondario, il Rio Cheyo. Non troviamo nulla Ad un certo punto siamo costretti ad attraversare un breve tratto di foresta fuori da strade e sentieri e ci rendiamo conto di quanto sia impenetrabile; servono molti minuti per percorrere solo un centinaio di metri e varie piante spinose lasciano il segno. E' chiaro che una esplorazione "off road" è impensabile. Rientriamo sulla strada sterrata per La Chonta (che però è molto lontana) ed la seguiamo per un paio di km. Incontriamo qui un abitante del posto che torna a casa per pranzo, il simpaticissimo "Beppe" Gutierrez. Ci dice che i Capsicum selvatici sono solo lontano, dove iniziano i monti, ma che nei dintorni ci sono alcune piante sparse. Una è proprio davanti a casa sua. Andiamo a vedere e troviamo un altro bel C.baccatum var baccatum, una pianta molto estesa che sta ripartendo alla grande dopo un "taglio" piuttosto drastico. Anche qui, foto a volontà Capsicum baccatum L. var baccatum Beppe ci dice che questa non è la pianta "originale", ma che c'è una pianta con frutti molto più piccanti a qualche centinaio di metri di distanza. Andiamo a dare un'occhio anche a quella, aspettandoci un altro wild baccatum, ma a sorpresa troviamo invece un C.frutescens! In questa zona è noto come "arivivi". Le nostre reflex si mettono di nuovo al lavoro Capsicum frutescens L. Ormai è pomeriggio, La Chonta e il parco sono troppo lontani, rientriamo e riattraversiamo il fiume. Ormai siamo abituati ai guadi, tanto vale fare un salto anche al guado per El Carmen e Saguayo ... Qui il fiume è molto più largo, ma la corrente è debole Esploriamo la zona subito dopo il fiume, cercando un modo per raggiungere l'interno di un'ansa dove sono stati effettuati ritrovamenti in passato. Non riusciamo a capire come arrivare in quella zona, secondo i calcoli basati sulle coordinate sono almeno 3 km e in mezzo c'è solo foresta Solo in seguito scopriremo il "trucco" Ritorniamo a est del Surutú. C'è il tempo anche per qualche altra foto ... Siamo molto perplessi e incerti sul come procedere. Non ci sono ritrovamenti storici per C.coccineum a est del fiume (prima del guado), solo per C.minutiflorum. Esploriamo varie strade sterrate e sentieri che scendono verso il fiume (spesso verso cave di sabbia e ghiaia); secondo il prof. Nee, il C.coccineum e il C.minutiflorum potrebbero crescere in questo tipo di habitat, ma non troviamo proprio nulla ... Alla fine decidiamo di dedicare ancora il giorno seguente ad esplorare la sponda est del fiume. Se non avremo successo, il giorno successivo attraverseremo ancora il Surutú e andremo a piedi fino a La Chonta A sera siamo un po' delusi, ma una buona cena (abbondantemente innaffiata di birra) e una bella dormita ci rimettono in sesto e ci danno nuovo entusiasmo. ----------Il nuovo giorno trascorre lentamente nell'esplorazione sistematica di un dedalo di sterrati e sentieri che scendono verso il fiume, sulla sponda est.Non c'è traccia di Capsicum Una signora ci indica un posto per un "ulupica" a fiori gialli ( ), ma è solo l'ennesimo Solanum Vabbe', ci consoliamo con tanti Solanum, farfalle (chissà qual'è il motivo per cui si concentrano a decine in un punto), rapaci e insetti ...In fondo ad una strada vicino al fiume c'è la sede di una società che estrae sabbia e ghiaia.Il titolare, che sta sistemando la contabilità aziendale su un tavolo all'ombra di un grande albero (!), ci saluta e ci chiede cosa cerchiamo (è così evidente che cerchiamo qualcosa? ).Gentilissimo, ci invita a parcheggiare l'auto nel vasto cortile, vicino ad alcuni suoi camion, e ad esplorare anche all'interno della proprietà.Parliamo un po' dei guadi e quando dice che servirebbe un grosso fuoristrada, buttiamo lì "o un camion" , ma non coglie l'implicita proposta Nel pomeriggio siamo un po' scoraggiati.Studiamo per l'ennesima volta le immagini satellitari (le abbiamo sia stampate che in pdf su un tablet, ovviamente non c'è connessione per vederle online in tempo reale)Ad un certo punto salta all'occhio una strada che non abbiamo ancora esplorato e che in circa 3 km porta da Buena Vista alla sponda del Surutú più vicina alla cittadina.E' il "Camino al Surutú" e porta praticamente alla "spiaggia" della città.Andiamo a dare un'occhiata e subito risulta evidente che in questo punto è possibile guadare il fiume, sempre a piedi; è molto ampio, ma l'acqua è bassa e lenta.Inoltre sull'altra sponda inizia proprio quella zona che volevamo raggiungere ieri, una vasta zona boscosa racchiusa in un'ansa del fiume Attraversiamo ed iniziamo ad esplorare l'area.Purtroppo, non è più foresta incontaminata, come sembra dalle immagini satellitari (del 2013).Un'ampia strada, ancora in costruzione, corre dalla sponda del fiume verso la comunità di El Carmen.A bordo strada alberi abbattuti, mucchi di terra, fango ...Ci sono comunque stradine e sentieri laterali, che esploriamo sistematicamente.E' ormai tardi, intorno alle 17, e iniziamo quasi a dubitare del nostro "colpo d'occhio" per individuare i Capsicum.All'improvviso, lungo uno stretto sentiero, passiamo "sotto" una pianta esile e alta un paio di metri; alzo lo sguardo (chi mi chiama? ) e le foglie che vedo sono inconfondibili ...Foglie a coppie sullo stesso lato, una grande e una più piccola, caratteristica tipica delle due specie che cerchiamo!Guardiamo meglio, ci sono anche alcuni frutti e qualche fiore, semichiuso perchè nel fitto del bosco è ormai quasi buio.Sono perplesso su quale specie sia (occorre tenere presente che non abbiamo idea dell'aspetto "dal vero" di un coccineum, esiste solo una descrizione!)Tuttavia il dubbio è presto sciolto, è un C.minutiflorum Un debole raggio di sole filtra tra gli alberi e illumina questa bella pianta, forse uno dei pochi esemplari di Capsicum che ancora vivono in questa zona; sicuramente ce ne sono altri, ma si nascondono bene!E' comunque un ritrovamente importante perché C.minutiflorum non era segnalato in questa zona (solo un ritrovamento, molto datato, di C.coccineum)Immagini! Capsicum minutiflorum (Rusby) Hunz.Al tramonto, guadiamo di nuovo il fiume, solo parzialmente soddisfatti ...Il C.coccineum continua a sfuggirci ...E' deciso, domani andiamo a piedi fino a La Chonta ----------Giornata impegnativa, ma (speriamo) ricca di soddisfazioni.Il programma è semplice: Sveglia al mattino presto (prima delle 6) Guado del Surutú Marcia forzata fino all'entrata al parco di La Chonta (oltre 10 km!) Esplorazione del parco nei dintorni di La Chonta Ritorno al Surutú (altri 10 km) Cerchiamo di alleggerire gli zaini il più possibile, ma macchine fotografiche e acqua non si possono evitare.Scarpette ai piedi, ma decido di portare anche gli stivali (non si sa mai); Leonardo preferisce lasciarli a casa, lascio a lui raccontare se poi si è pentito della scelta Dopo aver guadato il fiume, ormai è diventata routine, partiamo con passo veloce, concentrati sulla meta ...Toh, ecco un piccolo guado!Tolgo le scarpette, infilo gli stivali, passo.Leonardo toglie anche le calze e si "lava" i piedi; dall'altra parte li asciuga, infila calze e scarpe e riparte.Toh, ecco un altro piccolo guado!Alla fine saranno 7 all'andata e altrettanti al ritorno Dopo circa 6 km, subito dopo l'ennesimo guado, incontriamo alcune persone che stanno tagliando dei bambù giganteschi.Leonardo si sta ancora asciugando i piedi qualche decina di metri piu' indietro, così mi fermo a parlare un po'.Uno mi chiede dove siamo diretti e quando rispondo "La Chonta" mi dice di essere il responsabile della comunità locale e degli accessi al parco.In effetti è proprio colui che parla di La Chonta (dal minuto 1:05) in questo simpatico video di presentazione (che non avevo visto, l'ho trovato in seguito)https://www.youtube.com/watch?v=bCtOyj8BqYsMi spiega (finalmente!) come funziona l'accesso al parco.All'ingresso troveremo una "cabaña" dove è necessario lasciare alla signora Rosy il proprio nome e numero di documento; poi Rosy chiamerà la guida che ci accompagnerà nel parco.Sono possibili escursioni di 3-4 ore oppure più lunghe se desideriamo fermarci più giorni; in tal caso si può anche mangiare e pernottare (in tenda)Spiego cosa cerchiamo (aji silvestre, fruto rojo muy picante, flor amarillo con manchas ...) e che abbiamo indicazioni per alcuni luoghi lungo il rio Saguayo; potremmo benissimo muoverci senza guida.Conosce quei Capsicum, ma non ne ha visti di recente Mi dice che senza guida non è possibile entrare, troppo alto il rischio che ci perdiamo Devo confessare che, dopo aver visitato il parco, concordo; ci vuole davvero poco a perdersi nell'intrico della foresta, lungo sentieri a tratti appena visibili e senza punti di riferimento.Ora che sappiamo un po' meglio cosa ci aspetta, camminiamo ancora più veloci Già prima di arrivare alla cabaña la foresta inizia a rivelarci le sue meraviglie Alberi giganteschi ...Questo merita un selfie Ovviamente teniamo sempre gli occhi bene aperti sulle piante a bordo strada, ma non troviamo Capsicum.Verso le 10, a poche decine di metri dalla destinazione, incontriamo Rosy.Di certo oggi non si aspettava visite, è su un sentiero in mezzo al bosco ... in pigiama! Ci conduce alla cabaña, ci fa compilare il registro, rilascia ricevuta per il pagamento per la quota d'ingresso e la guida (meno di 30 euro in tutto).Dal registro risultano due visitatori 4 giorni fa, altri due 9 giorni fa; è chiaro che non è periodo turistico.Rosy ci chiede che tipo di escursione vogliamo fare.Attacchiamo il solito ritornello (tenemos que buscar aji silvestre: fruto rojo, flor amarillo con manchas ...); annuisce e chiama al cellulare ( ) la guida, che abita nel piccolo villaggio distante circa 1 km (fuori dal parco, su una deviazione laterale).Sentiamo che gli spiega le stesse cose che le abbiamo detto; quando riattacca, ci dice che la guida "sa" di cosa stiamo parlando; è già molto, ma non ci facciamo troppe illusioni Mentre aspettiamo, chiaccheriamo piacevolmente e facciamo la conoscenza con la mascotte del luogo, un pappagallino raccolto nella foresta perché caduto dal nido.E' simpaticissimo, non sta zitto un attimo e ce lo ritroviamo continuamente tra i piedi Dopo breve tempo, arriva la nostra guida.E' un ragazzo giovanissimo, ma (come avremo modo di verificare) molto preparato.Ci dice che forse sa dove trovare una pianta di aji simile a quella che cerchiamo Comunque, possiamo effettuare l'escursione e tenere gli occhi bene aperti, è possibile che ce ne siano altre Entriamo nel parco!Un paio di brevi video rendono meglio l'ideaForesta 1Foresta 2Una enorme farfalla notturna (30 cm di apertura alare!) riposa mimetizzandosi su un troncoSentieri nel fitto della forestaLiane con diametro di 20 cm!L'albero che cammina; le radici epigee muoiono e si riformano in punti diversi permettendo letteralmente all'albero di spostarsi Tutto ok!Vegetazione rigogliosaUn'ansa del Rio SaguayoIl luogo merita un videoRio SaguayoMi rendo conto di quanto fosse temeraria la nostra idea di costeggiare il rio per km Una rana riposa sul tronco di un alberoUn'altra bella farfallaAlberi enormi ...... ma niente in confronto al "Bibosi grande" (Ficus insipida Willd.)In foto non sembra così grande, vero? Ma guardate i video!Bibosi grandeBibosi grande 2Il "Bibosi pólipo", le radici sembrano tentacoliUn "pantano" popolato da moltissimi uccelli Pantano 1Pantano 2Orme di capibara, un roditore gigante che può arrivare a 70 kg di peso.Nonostante la mole, è un animale tranquillo; un po' più inquietanti i suoi predatori, alligatori e giaguari , ma qui non ce ne sono (spero).Ci sono molte scimmie, incluse scimmie urlatrici ( ), ma a quest'ora riposano; si fanno vedere e sentire all'alba e al tramontoCamminiamo nel parco per 3 ore coprendo un percorso di almeno 6 o 7 km.Un'esperienza affascinante che permette di ammirare l'immensa biodiversità di questo ecosistema.Una esplorazione fuori dai sentieri è tuttavia davvero impensabile.... e i Capsicum? Lungo i sentieri all'interno dell'Amboró abbiamo prestato massima attenzione alla vegetazione circostante, ma non abbiamo trovato alcuna pianta MA, ops!, ho dimenticato un piccolo particolare nel racconto La nostra guida conosceva davvero il posto giusto!Appena vediamo la pianta da lontano, per un attimo siamo perplessi; secondo la descrizione, le piante di questa specie sono spesso alte ed esili, si comportano quasi come rampicanti.La pianta che vediamo è invece molto bassa e compatta, forse perché è giovane e in posizione soleggiata, non ha bisogno di crescere per trovare luce a sufficienza nel fitto sottobosco.Tuttavia, il fiore non lascia dubbi; è quello che cerchiamo! Un bel colpo di fortuna, ma ce lo siamo meritato ;)E i lettori, che ci hanno seguito con pazienza fino a questo momento, meritano un centinaio di foto di questa specie rara che nessun appassionato ha mai potuto ammirare prima.Sottolineo ancora una volta che non sono mai state pubblicate foto o disegni di questa specie ... fino ad ora! :DMolte foto sono simili, ma è difficile scegliere, le pubblichiamo (quasi) tutte!Capsicum coccineum (Rusby) Hunz.Nella prossima foto è documentata una caratteristica interessante di questa pianta; le foglie cadute lasciano sul fusto un tratto del peduncolo lungo qualche mm; sembra che la pianta usi queste formazioni come una sorta di "uncino" per arrampicarsi sulle altre piante alla ricerca di luce.Nessun frutto maturo, purtroppo, ma abbiamo assaggiato un frutto immaturo ed molto piccante.Il ritrovamento di una sola pianta in un territorio così ampio rende ancora una volta evidente che le piante di Capsicum nell'Amboró sono rare e non formano popolazioni estese.Niente a che vedere con l'habitat del sud-est del Brasile dove in qualsiasi sentiero umido e ombroso è possibile trovare specie selvatiche e dove le popolazioni possono contare anche decine o centinaia di individui.Trovare Capsicum selvatici in questa zona richiede molto tempo e impegno e una buona dose di fortuna.L'impegno ce l'abbiamo messo e ... la fortuna aiuta gli audaci ;)L'eccitante esperienza appena vissuta rende quasi facile percorrere i 10 km e i 7 guadi per ritornare al Surutú, anche se la sabbia che ad ogni guado inevitabilmente si infila nelle calze e agisce sulla pelle come carta vetrata causa a entrambi qualche piccola vescica sotto i piedi.A sera, festeggiamo con un pasto doppio (quasi 30 km a piedi fanno venir fame!) e doppia razione di birra :drinks:Poi, piuttosto euforici, dormiamo profondamente fino a tardi.Al risveglio, è il giorno del mio compleanno; mi sono fatto un bel regalo :)---------- Il giorno successivo nessuno dei due ha una gran voglia di effettuare altri guadi :rolleyes: Decidiamo di lasciar perdere le ulteriori esplorazioni programmate nell'ansa del Surutú. Ci spostiamo in auto lungo lo sterrato che conduce da Buena Vista alla comunità di Santa Barbara, verso sud-est. Esploriamo varie strade laterali e sentieri promettenti, ma ancora una volta non troviamo alcuna pianta, solo i soliti Solanum ... Sono curioso soprattutto di capire cosa c'è in questa ampia zona a est di Huaytù e a ovest della highway 4. In effetti è una zona molto interessante, coltivazioni e aree boschive percorse da un dedalo di sterrati. In teoria, si potrebbe arrivare fino alla highway 7, a sud, e visitare alcuni siti che abbiamo tralasciato ritornando a Santa Cruz lungo quella strada. Purtroppo, abbiamo un piccolo problema; i km inclusi nel noleggio dell'auto sono quasi finiti e i km extra sono molto costosi :( In pratica, dobbiamo cercare di percorrere meno strada possibile e tenere gli ultimi km per raggiungere l'aeroporto; alla fine riusciremo a contenere l'extra in soli 67 km (e anche a non farceli addebitare :acute:) Il mattino seguente, lasciamo l'hostal Nadia (dopo 5 notti) e raggiungiamo la periferia nord di Santa Cruz, ad una decina di km dall'aeroporto. Abbiamo ancora qualche compito da svolgere ... Per le ultime due notti, ci concediamo un hotel coi fiocchi (ma la spesa è molto contenuta, in realtà). La camera è tranquillissima e dotata di ogni comfort: condizionatore, wifi ... Abbiamo anche una porta che dà direttamente su una piccola piscina :) Nel pomeriggio raggiungiamo la sede del Museo di Storia Naturale N.K. Mercado, circa 1 km a sud della piazza centrale (a piedi; giusto per non perdere l'allenamento, maciniamo anche oggi una dozzina di km). Desideriamo incontrare uno dei giovani botanici segnalatici dal prof. M.Nee come esperti di Capsicum. Il museo è chiuso per inventario ( :rolleyes:), ma siamo fortunati; anche se non abbiamo preso alcun appuntamento, riusciamo a incontrare il prof. Alexander Parada. Lunga e interessante chiaccherata in spagn-ingl-port-italiano ... Ci scambiamo informazioni e promesse di mantenerci in contatto. L'ultimo giorno abbiamo programmato prima di tutto l'ultima esplorazione. C'è una vasta area boschiva proprio a poche centinaia di metri dall'hotel, verso nord-ovest; in pratica inizia qui la zona mista coltivazioni-foresta che arriva fino a Buena Vista. Delusione, gli accessi all'area boschiva a partire dalla strada che la attraversa sono tutti recintati :( Pazienza. Ci dedichiamo allora all'esplorazione "turistica" del centro della città. Santa Cruz ha una rete viaria molto razionale; tanti "anelli" concentrici (8 in tutto) e molte strade radiali che passano da un anello all'altro. E' quindi possibile individuare il vero "centro", all'interno del primo anello. Nelle foto, la piazza centrale. Assolviamo anche felicemente ad una incombenza fondamentale (per poter sperare in futuri viaggi): acquistare regali :hyper: Un bel negozio di artigianato locale, proprio nella piazza centrale, ha tutto quel che ci serve ;) Nel pomeriggio, troviamo anche un autolavaggio a poche centinaia di metri dall'hotel. Ultimo colpo di fortuna! Non eravamo riusciti a trovarne durante il tragitto da Buena Vista, sembra sia una attività poco diffusa. Meglio così, l'auto era davvero irriconoscibile per la polvere e il fango Ultima cena in terra boliviana. Notte serena, con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per raggiungere gli obbiettivi che ci eravamo prefissati. Il mattino dopo, breve tragitto fino all'aeroporto; inizia il lunghissimo viaggio verso l'Italia. Siamo contenti di tornare, ma sento già una vocina che da qualche parte nella testa mi sussurra: "C.ceratocalyx ..." :lol2: ----------CopyrightTutte le fotografie sono di proprietà di Claudio Dal Zovo o di Leonardo Bruno e sono tutelate dalla legge italiana sul diritto dautore (Legge del 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni)E vietata ogni riproduzione, diffusione e spaccio, anche parziale e in qualsiasi forma, senza esplicito consenso scritto del rispettivo autore.---------- 14 Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,725 Posted December 19, 2015 C'è ancora molto da vedere ... ma il Capsicum più bello è quello che ancora non è stato scoperto! 6 Share this post Link to post Share on other sites