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megamastger71

Origine delle varietà super-hot

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megamastger71

Una domanda che ognuno di noi si è posto almeno una volta è la seguente: da dove hanno avuto origine le varietà di super-hot attualmente conosciute?

 

La prima varietà super-hot di cui si è avuta notizia è stata l’attuale Naga morich

 

Due interessanti articoli, uno di Harald Zoschke dal titolo “Saga Jolokia” ed in Italia "la storia dei Naga" del "nostro" Claudio Dal Zovo (Lonewolf), ripercorrono le varie tappe di quella ricerca; dall’iniziale notizia di un peperoncino della regione indiana dell’ASSAM, chiamato Naga Jolokia sino ai “nostri” Naga morich, Bhut e Bih jolokia

 

I link di quei racconti che ci hanno entusiasmato e che sono alla base della mia passione per il genere Capsicum L. sono questi:

 

Saga Jolokia by Harald Zoschke

 

http://fiery-foods.c...63-saga-jolokia

 

La storia dei Naga by Claudio dal Zovo

 

http://www.pepperfri...degli-ultra-hot

 

Successivamente si è scoperto che anche nell’isola di Trinidad vi erano peperoncini super-hot

I primi ad essere conosciuti sono stati il 7pod ed il Trinidad scorpion rossi cui seguirono le versioni chocolate, gialla ed arancione

 

La prima idea che ci si è fatta è che i peperoncini super-hot nascano in India e da li per via dell’immigrazione diffusa verso l’isola di Trinidad siano stati coltivati anche in quello Stato. Analizzando a fondo la questione invece sorge il dubbio che sia avvenuto l’esatto opposto.

A ben vedere i C. chinense nascono in Sud-America ed è probabile che sia avvenuto il percorso inverso.

 

Vi sono diverse teorie:

  • la prima sostiene che il passaggio sia avvenuto per via della cosiddetta immigrazione di ritorno, e cioè a causa degli immigrati indiani di Trinidad che fecero rientro in patria;
  • la seconda è frutto di recenti studi da parte di Dave de Witt; Spulciando diversi testi storici ha scoperto che già a metà dell’800 in India era conosciuto un peperoncino chiamato “devil’s pepper” che era talmente piccante che gli stessi abitanti lo maneggiavano con molta attenzione.

L’articolo di de Witt è leggibile in questo link

 

http://fiery-foods.c...pepper-governor

 

In sostanza si afferma che il governatore di Trinidad nel periodo 1846-1854 tale Lord Harris una volta trasferito a Madras in India portò con se i semi di una varietà molto piccante, chiamata appunto “devil’s pepper”.

In India il nome devil venne tradotto con Bhut (fantasma) de Witt ritiene infatti che tutto ciò sia strettamente collegato alla mitologia indiana e le pratiche funerarie, che sostengono che quando una persona muore, lui o lei lascia dietro di sé un fantasma, l'equivalente per un cristiano dell'anima. Anche se, va detto, che altri ritengono che invece sia dovuto al fatto che tali varietà derivino dal bhutan.

 

Tutto ciò mi ha incuriosito ed ho effettuato ulteriori ricerche ed ho trovato diverse notizie davvero interessanti.

 

Del devil’s pepper si parla nella “Encyclopaedia Asiatica, Comprising Indian Subcontinent, Eastern and Southern Asia: Boehmeria-Cumin” di Edward Balfour (1885)

 

Questo è quello che viene riportato:

Esistono ormai numerose varietà di peperoncini in India, molte delle quali sono state introdotte. Esse sono coltivate dai semi che sono stati tenuti per un anno, perché se fresco, il raccolto è generalmente un fallimento. Una specie, chiamata pepe diavolo, introdotta da Lord Harris da Trinidad, è così intensamente calda che i nativi a malapena riescono ad usarla

 

È riportata anche una tabella con i nomi allora usati:

 

Filat,. Arab

Nga youk thi, . Burm

Ta-ha-tsiau, . Chin

Lah-tsiau, . . . “

Lull mirich, . Dukh

Mirchie, . Guj.

Chabai, Chabo, Malay

 

Ricordiamo che “mirch” o “mirich” significa, nei vari dialetti indiani, proprio peperoncino.

 

Quello che salta all’occhio è anche il secondo:

 

Nga youk thi, . Burm

 

Burm sta per Burma che è l’odierna Myanmar al confine con gli odierni Assam, nagaland e Manipur

E probabilmente Nga sta per naga, potendosi ipotizzare un errore di stampa. Ricordiamo che con il termine Naga in India si indica il serpente Cobra, quindi peperoncino serpente. Si ritiene inoltre che proprio dal serpente abbia preso origine il nome della feroce dinastia Naga, per la loro devozione a quel rettile e per averlo assunto come emblema. In entrambi i casi la locuzione Naga serve proprio a fare intendere la particolare piccantezza del frutto.

 

Nell’ “Encyclopaedia Asiatica” si afferma, in sostanza, che accanto alle varietà indicate in tabella ve ne erano numerose altre introdotte in seguito, tra le quali il devil’s pepper. Tutto sembrerebbe tornare; dall’incrocio delle varietà locali (Naga e Mirich) con questa varietà nasceranno le odierne varietà super-hot indiane

 

Ho trovato anche un altro pezzo in cui se ne parla, ancora inedito.

Ecco cosa c’è scritto:

 

“Un tipo chiamato Tobago peperoncino si dice di possedere le proprietà più pungenti di una delle specie. Si produce un contenitore piccolo rosso, meno di un pollice, e in forma longitudinale, che è così estremamente caldo, che una piccola quantità di esso è sufficiente per condire un gran piatto di cibo. Grazie al suo carattere oleaginosa, si è trovato impossibile procedere alla essiccazione, ma versando forte aceto bollente su di esso, una salsa o decotto può essere fatto, che possiede in forma concentrata tutte le caratteristiche essenziali del vegetale. Una sola goccia di questa salsa darà sapore ad un piatto intero di minestra o di altri cibi“

 

 

In sostanza il progenitore di tutte le varietà super-hot sembrerebbe essere un peperoncino piccolo ed allungato pieno di placenta … talmente tanta da rendere impossibile l’essiccazione e talmente concentrata da consentire con una goccia del decotto di aceto di condire un piatto di minestra.

 

È quindi verosimile, come scritto in precedenza, che le varietà super-hot indiane siano il frutto dell’incrocio tra questa varietà e varietà locali

 

Le isole di Trinidad e di Tobago, di converso, sono piccole ed è probabile che non esistano dei ceppi “puri”. Vedremo come si evolve lo studio ma è probabile che le attuali varietà siano appunto il frutto di incroci tra il “tobago” appena descritto con altre varietà di C.chinense “normali”, quali il Trinidad congo o il Trinidad morouga.

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big jolokia

Marco: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping:

 

Un articolo veramente interessante, non ho parole, complimentissimi: ora vogliamo il seguito B)

 

roberto

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Piccantilly

Congratulazioni Marco, un articolo accantivante e se posso darti un consiglio andrei a vedere quale era l'estensione dell'Impero Britannico dell'epoca.

Trinidad e India sono stati sotto il dominio inglese contemporaneamente, nulla toglie che un altro dominio inglese abbia potuto partecipare allo scambio di semi

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cossuziggy

Grazie mille Marco per questo nuovo articolo. E' davvero interessante seguire questi sviluppi, concordo con l'ambasciatore!

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cxx

Molto interessante.

Grazie per le informazioni dai,anche questo arricchisce la nostra cultura.

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pioc

MegaCapsicaEnciclopedicaCultura!!! ;)

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megamastger71

Grazie a tutti

 

L'impero Britannico era molto vasto ....

 

questa è una tavola relativa al 1822

 

post-245-0-85926800-1328969064.jpg

 

questa al 1885

 

post-245-0-17190100-1328968908.jpg

 

per dire la verità volevo approfondire il discorso Guyana, si trova in Sud-America, tra il Venezuela ed il Brasile ed era anch'essa sotto l'influenza britannica (peraltro è molto vicina all'isola di Trinidad)

 

Solo che i testi di cui parlavo prima parlano chiaramente di Lord Harris (che da Trinidad si spostò in India) e di una varietà chiamata Tobago ... indicandoli come peperoncini estremamente piccanti, oltre ogni limite :lol:

 

Il che sembrerebbe far quadrare il cerchio ... Trinidad e India B)

 

Consideriamo poi che si tratta di testi scritti nello stesso periodo in cui tutto ciò avveniva ... si tratta in sostanza di scritti contemporanei e non successivi (in cui spesso realtà e leggenda tendono a mischiarsi tra loro)

 

Comunque cercherò di approfondire meglio la ricerca dei testi ... si preannuncia molto interessante :D

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cxx

Ed io seguiro' con molto interesse questo tuo topic.

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emiliano

Interessantissimo, complimenti marco :clapping:

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Lonewolf

Interessante!

Grazie, Marco!

 

Un interessante articolo di Harald Zoschke dal titolo “Saga Jolokia” ripreso in Italia dal "nostro" Claudio Dal Zovo (Lonewolf) ripercorre le varie tappe di quella ricerca

 

Desidero precisare che SagaJolokia e' stato pubblicato su Fiery-foods a novembre 2006, mentre il mio articolo (il nucleo iniziale de "La storia dei Naga. Viaggio nel mondo degli ultra-hot") e' stato pubblicato su peperonciniamoci a inizio giugno 2006, sei mesi prima ;)

 

Non a caso in coda a SagaJolokia e' citato il mio articolo (anche se il link non e' piu' attivo)

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vitagliano

Un plauso al Mega Marco e come sempre al grande Claudio ;)

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megamastger71

Corretto il testo :D

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Rocoto

Bravo Marco, molto interessante :)

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bubi

Grazie per aver condiviso con noi questo articolo.

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megamastger71

Piccolo aggiornamento

 

William Roxburgh in "Flora indica" del 1834 non accenna alla presenza in India di varietà di C. chinense

 

ritiene, invece, che le specie più usata sia il C. frutescens

 

in particolare riporta questi nomi

 

gachh murich o Lunga murich in bengalese

 

ancora prima Sir Whitelaw Ainslie in "Materia indica" del 1827 descrive il C. frutescens affermando come sia molto diffuso in India col nome di lal mirchie e lat-tsiao nel cochin-chinese (attuale Vietnam)

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discus69

Marco Complimenti :good: ottimo topic che sottoscrivo immediatamente. Grazie per averlo reso noto :)

 

Roberto

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Lonewolf

E' noto che il patrimonio genetico dei super-hot indiani contiene una percentuale di DNA di C.frutescens.

Sarebbe interessante sapere se questo e' vero anche per i super-hot di Trinidad.

Se no, sarebbe chiaro che Scorpion, 7Pod & company non derivano dai super-hot indiani, ma ne sono eventualmente i progenitori (oppure non hanno parentela diretta).

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pioc

E' possibile (anche) che le varieta' indiane, supponendo derivino da quelle di Trinidad,

si siano ibridate, geneticamente parlando, con C. frutescens solo in periodi successivi/recenti ?

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Lonewolf

Si, e' quello che intendevo.

La presenza di ibridazione con C.frutescens anche nelle varieta' di Trinidad lascerebbe aperto il dubbio, mentre l'assenza sarebbe un indice sicuro che le varieta' di Trinidad sono piu' vecchie (prima dell'ibridazione) oppure non correlate.

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tribo75

Carino il fatto che già 200 anni fa ci fossero appassionati di super hot, il primo scambiatore di semi internazionale.

MegaMarco sei meglio di Giacobbo!

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pioc

CapsicVoyager ;)

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megamastger71

Grazie ragazzi :lol:

 

L'idea di fondo, che sto documentando, è che sino alla metà del 1800 non vi era traccia nei libri di botanica della presenza in India di varietà di C. chinense

 

Per converso erano presenti numerose varietà di C. frutescens, con vari nomi tutti legati alla dicitura oramai nota di Mirich (murich, mirchie, ecc)

 

Com'è noto nel corredo genetico dei super-hot indiani c'è una piccola percentuale di quest'ultima specie e dunque sembrerebbe tutto collimare

 

fino a quella data erano presenti solo il C. annuum, il C. baccatum e soprattutto il C. frutescens ... successivamente venne introdotto il C. chinense da Trinidad (ma possibilmente anche dalla Gujana, solo che i testi prima citati parlano espressamente dell'isola caraibica) .... ed avvenne il fattaccio :D

 

 

La ricerca continua :D

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nipotastro

bella ricerca! grazie!

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Lonewolf

Il principale problema di questo tipo di ricerche e' che letteratura storica di importanza fondamentale potrebbe non essere online :rolleyes:

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megamastger71

Devo dire che alla fine perdendo un po' di tempo qualcosa si trova

 

Per ora i testi scientifici più importanti sono quelli che ho postato prima ... li avevo studiati per un altro articolo

Contengono la descrizione di tutte le specie conosciute in India ed in alcuni casi sono i testi in cui si riportano specie nuove

 

come ad es. il C. purpureum (oggi non più accettato), che non a caso è seguito dalla sigla Roxb (che sta per William Roxburgh), descritto in "Flora indica" del 1834 prima citato

 

Inoltre ho anche scovato il volume dedicato all'India del

Transactions of the Linnean Society, Linnean Society of London, 1837

 

Il testo più autorevole di allora

 

e riporta esattamente gli studi di William Roxburgh e Sir Whitelaw Ainslie di qualche anno prima

 

Cambiando periodo storico ho anche scovato un testo del 2002 nel quale già si parla del Bhut Jolokia

cerco di trovarlo di nuovo, ho spento il computer e lo trovo in cronologia :lol:

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