Jump to content
L0rdn40

Secondo anno capsico

Recommended Posts

L0rdn40

Ieri sera stavo giusto approfondendo e mi sono ricordato di questo post che spiega un po’ tutto questo.

 

 

C’è qualche informazione in meno rispetto a quelle che mi hai dato tu, ma nella disamina parlando di granulometria si evince che materiali  a pezzatura grande servono anche a ramificare le radici e favorirne l’esplorazione del substrato evitando casi di spiralizzazione. Interessante notare che, conoscendo con esattezza la funzione di ogni inerte, secondo me la ricetta potrebbe anche essere migliorata ovvero personalizzata per il tipo di pianta che andremo a coltivare con altri materiali che vanno oltre i più comuni di cui abbiamo parlato. Ribadisco, sei un’enciclopedia. Grazie, tu non hai idea di quanto spunti io stia prendendo dalle tue risposte. Garantisco che quando ne avrò modo, ricambierò, anche cedendoti dei miei semi dal momento che quest’anno ciò su cui più mi sto concentrando e meglio mi sta riuscendo, é la produzione di semi puri delle varietà da me coltivate. Per il prossimo anno ti invito davvero ad unirti all’associazione, il tuo contributo sono sicuro che sarebbe molto interessante nell’approfondire alcuni argomenti.

 

P.S. Tu isoli le piante per la produzione di semi puri?

  • Like 1

Share this post


Link to post
Share on other sites
Frenzgyn

Ma figurati, sono solo dannatamente curioso e alla ricerca di nuove informazioni e le condivido con piacere, tant'è che ho tanto da imparare e trovo sempre tanto di nuovo sul forum, lo scambio è già vantaggioso per me :). La parte più difficile nella ricerca, sia online che non è discernere le dicerie da cose sensate e ti assicuro che non è facile e prendo le mie cantonate con una certa frequenza non trascuarabile.

Unirmi già era in programma :), diciamo che quest'anno sono arrivato in corner, mi sono voluto prendere un po' di tempo per capire se mi trovassi bene in questa comunità.
Per quanto riguarda semi puri, fino ad ora no, ma quest'anno ho deciso di provarci. Per il momento ho isolato qualche unica fioritura (di piante mie poco interessanti), ho delle piante appositamente indoor, dei rocoto in outdoor come unica varietà, quindi puri (nel mio paesino non mi risulta ci siano coltivatori di pubescens, wild o ibridi) e mi sono dotato dei sacchetti di organza (arrivati proprio ieri).

Ribadisco il punto: a fini pratici non credo sia possibile personalizzare più di tanto il substrato per tipo di piante. Sempre per la variabilità espressa predecedentemente.

Le necessità delle singole specie non sono scolpite nella roccia e non abbiamo modo di conoscerle "aprioristicamente", la scienza può osservare e dedurre, ma non sono numeri netti.
I valori degli inerti sono indicativi e variabili, sia per definizione (sono range), sia perché per alcuni possono cambiare in base alla roccia di partenza, a come sono estratti ecc. ecc.
Se ci metti pure il fatto che "al meglio", molte personalizzazioni potrebbero funzionare solo in teoria ma nella pratica l'effetto potrebbe essere non percepibile, viene da sé che fai prima ad adattare le irrigazioni e le fertilizzazioni al substrato che non viceversa. La pianta di per sé se trova grossomodo ciò che le serve se ne frega a meno di condizioni estremamente sfavorevoli. Da questo punto di vista è più utile utilizzare substrati non eccessivamente dissimili che si bagnano in maniera simile, per lo meno quando è possibile perché le piante che andranno ad ospitare non hanno esigenze opposte.
Se devi tenere presente non solo delle differenze tra esemplare ed esemplare (un pepper può tirare su più acqua di un'altro) ma pure che hai 10 substrati diversi, diventi matto quando irrighi e di fatto vanifichi ogni possibile risultato a meno che tu non ti metta a calibrare l'acqua al centilitro, monitorando come si bagna e come si asciuga.

Dobbiamo concentrarci su quel "grossomodo", altrimenti diventa tutto "massimo sforzo, minimo risultato".

Sui problemi di spiralizzazione, compattamento delle radici (in inglese si dice "pot-bound", non so come renderlo in ita) e disomogenea esplorazione del substrato ho più dubbi che certezze.

Ho letto spesso che quando si piantano alberi e arbusti, specialmente in suoli piuttoso argillosi, va evitato di fare il buco troppo omogeneo, con pareti liscie, compatte e regolari, perché questo potrebbe fare in modo che le radici non vengano incoraggiate ad esplorarlo.
Trovando una superifice compatta, coesa e solo con pori microscopici ed inesplorabili (argilla) la radice non cresce in quella direzione, trovando una superifice porosa e irregolare invece tende ad "incunearsi" ed esplorare.

Ha senso, ma non so se c'è scienza dietro. Credo ci sia però tanta osservazione empirica.

Immagino sia da questo stesso principio che si deduce che i vasi tondi sono quelli dove si verifica più facilmente la spiralizzazione perché le radici incontrano una curva "dolce", mentre in quelli con più angoli o design particolari con inserti ecc, no.

Quando le radici riempiono completamente il vaso però, credo non ci sia forma o substrato che tenga.

Onestamente non mi so dare risposte ragionevolmente certe.

Non so quanto ci sia di vero né se inerti più grossi possano fare qualche differenza. Considera che le radici hanno problemi solo con i micropori (argille), ma riescono ad esplorare bene spazi a granulometria più grande, già a livello di silt e sabbia, parliamo anche di decimi di millimetro, non c'è certo bisogno di arrivare a granulometrie dell'ordine dei centimetri.

Sono lievemente scettico perché parto da una considerazione: le radici crescono adattivamente nelle zone dove riescono ad assorbiere acqua a livello capillare (e di conseguenza nutrienti in essa disciolti).

Per come si sposta l'acqua nei subrati o nel suolo (forze di coesione e di adesione e solo in seconda battuta gravità) la disponibilità è maggiore intorno alle strutture microporose o con buona capacità di ritenzione idrica (non solo per motivi fisici di capillarità, ma anche per motivi chimici: l'acqua è una molecola polare, si comporta un po' come gli ioni, per questo viene trattenuta meglio da humus, alcuni tipi di argille o altro e meno da "inerti" chimicamente non reattivi, per esempio sabbia, sempre per la capacità di scambio cationico): un sasso incorporato nel terreno si bagnerà solo superficialmente, un pezzo di legno si bagnerà solo quando tutto intorno sarà saturo di umidità, o se i suoi pori sono più piccoli di quello del materiale intorno. Una sacca d'aria macroscopica nel terriccio non tratterrà bene l'acqua, quindi il miglior modo collaudato per favorire uno sviluppo omogeneo del substrato è fare in modo che si bagni in maniera omogenea (per questo miscelare sembre bene le componenti) e lasciare asciguare i primi cm tra le innaffiature per fare in modo che le radici vadano a cercarsi l'acqua nella parte più bassa, dove c'è meno evaporazione. Ovvio che poi ci sono piante con sviluppo radicale diverso. Le radici dell'erbetta da prato inglese è superficiale, può essere paragonata a quelle di un di un albero, di un bulbo, di un rizoma ecc.

Ti riporto un video (un po' d'epoca) che vale più di un milione di parole per quanto riguarda il movimento di acqua nei substrati:

Video su YouTube: DmTNFIEc2VA





Share this post


Link to post
Share on other sites
Frenzgyn

P.S.: Ci sono orrori di ortografia, chiedo venia, mi è scaduto il tempo per editare mentre leggevo.

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40

Quella dell’esplorazione delle radici rimane un mistero anche per me. Lo scorso anno ho travasato in un vaso grande 4 piante di Erica calluna. Per un anno emetteva i primi germogli, cresceva fino ad un certo punto e poi si fermava, seccava e ricominciava. Deciso a cambiare substrato ho provveduto a rimuoverle dal terriccio e dopo un anno le radici erano perfettamente incorporate nel vecchio pane di terra che é venuto fuori come se mai fosse stato tolto dal vaso iniziale. Di contro il lazzaretto che ho messo in campo aveva esplorato già un bel po il vaso da 30 dopo circa un mese.. Boh!

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40

@Oban ma tutti quei rocopica OB(n) sono stati selezionati da te? Ne vedo anche alcuni selezionati da altri ma mi incuriosisce molto il rocopica OB29, leggo da chi lo coltiva che ha un profumo intenso e particolare oltre ad essere davvero bella la pianta.. Ma é stabile? Il prossimo anno, semi in associazione permettendo, mi piacerebbe coltivarlo.

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40
16 hours ago, Frenzgyn said:

Per quanto riguarda semi puri, fino ad ora no, ma quest'anno ho deciso di provarci. 


É abbastanza semplice, diciamo che é più  il “lavoro” da fare se ne vuoi produrre molti che la difficolta in se. C’è da stare attenti solo a non rinchiudere parassiti nei sacchetti altrimenti si moltiplicheranno indisturbatamente. Mi é capitato lo scorso anno al mio primo tentativo e quella pianta non ha più prodotto nulla. Quest’anno sto procedendo così: lavo le foglie con un getto d’acqua, faccio asciugare bene, spruzzo un po’ di insetticida locale (non sistemico, io uso un piretroide) sulla parte da isolare e chiudo nel sacchetto. Quando vedo fiori aperti smuovo un po’ il ramo e devo dire che ho avuto una notevole quantità di frutti allegati nei sacchetti senza danni.

  • Like 1

Share this post


Link to post
Share on other sites
Rapace
8 hours ago, L0rdn40 said:


É abbastanza semplice, diciamo che é più  il “lavoro” da fare se ne vuoi produrre molti che la difficolta in se. C’è da stare attenti solo a non rinchiudere parassiti nei sacchetti altrimenti si moltiplicheranno indisturbatamente. Mi é capitato lo scorso anno al mio primo tentativo e quella pianta non ha più prodotto nulla. Quest’anno sto procedendo così: lavo le foglie con un getto d’acqua, faccio asciugare bene, spruzzo un po’ di insetticida locale (non sistemico, io uso un piretroide) sulla parte da isolare e chiudo nel sacchetto. Quando vedo fiori aperti smuovo un po’ il ramo e devo dire che ho avuto una notevole quantità di frutti allegati nei sacchetti senza danni.

 

Sono d'accordo, questo mi pare un buon modo.
Credo che il fatto che l' insetticida sia limitato "al sacchetto" abbia il doppio effetto di non "diffondersi troppo agendo dove / su chi non deve" e di evitare l' invasione di afidi nel sacchetto (cosa che avviene molto frequentemente).

Anche agitare il ramo una volta che i fiori sono aperti in modo da facilitare l' impollinazione mi pare un suggerimento molto giusto.

 

  • Like 2

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40

Oggi ho mio suocero a pranzo...

 

26B2D42C-0A76-42A3-B558-3338C421BAB8.jpeg.3ca88b4d62fc365232743906fe7ebe93.jpeg
 

:lol2:

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40

Caspita sta succedendo quello che non doveva succedere.. Temporale in corso acqua e vento ed io sono a lavoro... Speriamo che il balcone sovrastante basterà ad evitare danni.. E che non si metta a grandinare!

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40

Prima allegagione di friarello, fiore isolato..

 

B4C7D454-78D3-4D1B-B5C3-00AD58A36842.jpeg.888b1884d774cc40bbada4ef99b38a58.jpeg

 

Prima allegagione di friarello incrociato manualmente con acrata (direte perché? Così, mi andava di vedere il prossimo anno cosa uscirà e poi volevo provare un incrocio)! :lol2:
 

F0D2FF49-3459-4552-A467-B0EEB5AC3389.jpeg.d5742d584ab204f22d48aa8d528abc2a.jpeg
 

PS non so perché questa pianta ha più frutti ma questo é l’unico all’insù manco fosse un un’acrata appunto.. se lonewolf lo scorso anno non mi avesse spiegato con perizia che non ci sono cambiamenti nel frutto, avrei giurato che avesse influito il polline..

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40

Breve storia.

 

Io: hai rotto una foglia alla pianta?

Signora delle pulizie: veramente si ma come te ne sei accorto?

Io: le tengo contate! :lol2:

  • Haha 2

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40

Che balli i cayenna della Guyana francese!

 

CBD6A9CD-1455-429D-B300-F8682718C018.jpeg.122192b430400c58f128fd0083ca066c.jpeg

 

@Oban questi sono i rossi classici e sembrano essersi stabilizzati su questa misura (per capire le proporzioni la foglia ha le classiche dimensioni di un annuum. Prossimamente stampo il metro pepperfriends per documentare meglio!).

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40

Vediamo un po’... Chi indovina a che pianta appartiene questo fiore? Dico solo che sono soddisfatto perché in diversi anni é la prima volta che sono riuscito a portare 2 di queste piante su una decina in questo stadio.. Le altre tutte morte! Non è dalla mia esperienza una coltivazione facile.

 

70997291-32B7-4AFC-BCC7-BBB9B03C8F60.jpeg.1ae0fbdfcac1cbf1d258bccb83e68649.jpeg

Share this post


Link to post
Share on other sites
Malle

Sbaglierò di sicuro ma dico pomodoro

Share this post


Link to post
Share on other sites
Malle

Una domanda che per voi sarà stupida ma io vorrei capire...😆

 

perché mettere cannucce tagliate alla base dei frutti? Sono cannucce vero?

1946FC42-10FC-4639-B447-24392E17448A.jpeg

Share this post


Link to post
Share on other sites
Frenzgyn

E' un modo per segnare i frutti, in genere quelli sicuramente ottenuti da autoimpollinazione, in modo da poterli riconoscere. Teoricamente potresti usare qualsiasi cosa (fili colorati, etichette, ecc, ma il pezzettino di cannuccia effettivamente una volta presa la mano è comodo).

Il fiore dovrebbe essere un melone, suppongo.

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40
21 minutes ago, Frenzgyn said:

Il fiore dovrebbe essere un melone, suppongo.


Esatto, esattamente anguria! Visto il modo in cui si espandevano queste due piantine, ho deciso di farle crescere rampicanti.

 

7D48CE83-2D06-4D50-8593-1EF10150B90C.jpeg.70906c00a3e07b62f10f041accbb5e14.jpeg

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40
1 hour ago, Malle said:

Una domanda che per voi sarà stupida ma io vorrei capire...😆

 

perché mettere cannucce tagliate alla base dei frutti? Sono cannucce vero?

 

 

20 minutes ago, Frenzgyn said:

E' un modo per segnare i frutti, in genere quelli sicuramente ottenuti da autoimpollinazione, in modo da poterli riconoscere. Teoricamente potresti usare qualsiasi cosa (fili colorati, etichette, ecc, ma il pezzettino di cannuccia effettivamente una volta presa la mano è comodo).


Confermo, si isolano dei rami con molti boccioli ancora chiusi così

 

image.jpg.b9931d12fe12edcec245bb69047a532f.jpg

 

e poi si segnano i frutti che nascono nei sacchetti con qualsiasi cosa utile allo scopo per ricordarsi che quei frutti, una volta maturi, avranno semi puri che genereranno una pianta uguale a quella “madre”. Se non lo sapessi, i peperoncini possono anche incrociarsi tra loro. I frutti usciranno conformi ma se semini quei semi esce un’altra pianta diversa sia da quella che ha dato il polline che da quella che ha prodotto il seme. Questa cosa a volte viene fatta volutamente per creare nuove specie interessanti con un procedimento lungo nel tempo.

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40
1 hour ago, Malle said:

 

1946FC42-10FC-4639-B447-24392E17448A.jpeg

 

questa che hai quotato é un Friarello. Se non lo sapessi questo peperoncino non é mai stato selezionato geneticamente, ne esistono di diversi tipi ma scientificamente non ha ancora una specie a se. Negli anni é diventato dalle nostre parti più una “ricetta” che una specie di peperoncino o peperone nano. Quello che voglio fare é capire se:

  1. queste piante presentano le caratteristiche del friarello,
  2. se i semi prodotti in isolamento sono conformi per un paio di generazioni almeno o se queste piante provengono da piante incrociate.
  3. se le precedenti ipotesi dovessero essere verificate, proporre all’associazione l’inserimento nel database e la distribuzione dei semi.

Share this post


Link to post
Share on other sites
Malle

Ancora la mia testa sotto i vostri piedi...ma se non vengono impollinati i fiori il frutto non esce? Scusate la domanda che magari a voi farà ridere 🤭 

 

poi non mi è chiaro il fatto della pianta che da gli stessi frutti...cioè...mettiamo che ora le mie piante danno dei buoni frutti, se io prendo un peperoncino da questa pianta, né estraggo i semi per l’anno prossimo, è possibile che quei semi non diano lo stesso frutto della pianta madre?

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40
1 hour ago, Malle said:

Ancora la mia testa sotto i vostri piedi...ma se non vengono impollinati i fiori il frutto non esce? Scusate la domanda che magari a voi farà ridere 🤭 

 

poi non mi è chiaro il fatto della pianta che da gli stessi frutti...cioè...mettiamo che ora le mie piante danno dei buoni frutti, se io prendo un peperoncino da questa pianta, né estraggo i semi per l’anno prossimo, è possibile che quei semi non diano lo stesso frutto della pianta madre?


allora il fiore di peperoncino è autofertile ovvero é composto da pistillo e stami. Essi sono rispettivamente l’organo riproduttore femminile e maschile. Mentre alcune piante (zucchina ad esempio) hanno fiori maschili e fiori femminili, altre come il peperoncino hanno un unico fiore che ricomprende il pistillo contenente l’ovulo che viene fecondato e gli stami che producono il polline. Questa ne é una rappresentazione.

 

CBA1D93A-6CCE-4EE7-813A-0D1CFED5C28E.jpeg.c7f17773c8571ead8531c7f4abe49552.jpeg

 

Per far sì che nasca il frutto il polline deve fecondare il pistillo. Ciò avviene prevalentemente per mezzo degli insetti ma anche grazie al vento a volte. Se ciò non accade o il fiore cade o in rari casi vengono prodotti frutti piccoli e sterili (partenocarpici). Senza polline infatti, seppur dovesse generarsi il frutto, non possono generarsi semi in quanto ad ogni granello di polline che lo stigma riceve corrisponderà un seme nel frutto. Riguardo invece la seconda domanda funziona così. Esistono quattro specie domesticate di peperoncino: frutescens, pubescens, annuum e chinense. Ogni specie ricomprende diverse varietà. Il “friarello” ad esempio fa parte degli annuum. All’interno della stessa specie é sempre possibile che le piante si incrociano. Prendiamo ad esempio una pianta di peperoncino rosso calabrese e una di friarello. Se un fiore di friarello viene fecondato con il polline di un peperoncino rosso calabrese il frutto che nascerà sarà un friarello ma, seminando i semi di quel frutto, uscirà una pianta che non é ne un friarello ne un rosso calabrese ma un ibrido. Vale anche il contrario. Qui la situazione si complica ancora di più perché gli ibridi sono per natura più o meno instabili e questo vuol dire che se ti piace quell’ibrido, produci semi puri isolando i fiori di questa pianta e semini 10 piante, con buona probabilità in questa seconda generazione (detta F2) avrai 10 piante diverse sia tra di loro che dalla pianta madre. Per stabilizzare un ibrido ci vogliono spazio e tempo: spazio per seminare quanti più semi possibili dell’ibrido e selezionare le piante che hanno le caratteristiche ricercate, tempo perché questa instabilità può andare avanti per diverse generazioni in cui si deve ripetere questo procedimento. A tutto ciò aggiungi che l’ho fatta semplice, ad esempio sono possibili incroci anche tra specie diverse tipo tra annuum e chinense.
 

Ciò premesso, se vuoi avere garanzia che i semi di un frutto producano gli stessi frutti della pianta madre innanzitutto dovresti assicurarti che la pianta madre é stata generata da semi puri e/o stabili, poi dovresti isolare i boccioli prima che diventino fiori, aspettare che nasca il frutto, rimuovere l’isolamento e segnarti il frutto. Portarlo a maturazione, estrarre i semi, farli seccare e conservarli. Detto ciò, se a casa tua l’unico peperoncino che hai é il friggitello e devi produrre semi per te stesso, puoi anche non fare tutto questo perché le possibilità di incrocio sono ridotte al minimo e male che vada non hai fatto danno a nessuno. Capirai però che se quei semi sono destinati a qualcun altro, li cedi come friarello ed esce un Carolina reaper é diverso... molto diverso!

  • Like 2

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40

Veniamo a noi.. non vi pare che questo lazzaretto una volta messo in campo (e sopratutto una volta che persa ogni speranza l’ho lasciato libero al suo destino senza provare ad intervenire) si stia riprendendo?

 

C504076D-35EC-4840-923A-1710F8F7EF70.jpeg.778a2bc04c97a97a0b00b0e172ce1719.jpeg
 

CC5BB1F9-1E5B-4047-BBB0-7AD533D23D5F.jpeg.31a07ca7958159a1b90e9459bf1417dd.jpeg

Share this post


Link to post
Share on other sites
Lonewolf
58 minutes ago, L0rdn40 said:


allora il fiore di peperoncino è autofertile ovvero é composto da pistillo e stami.

 

Oggi lezione di botanica! :)

:clapping: 

 

Unico appunto

 

Quote

Esistono quattro specie domesticate di peperoncino: frutescens, pubescens, annuum e chinense.

 

... e C.baccatum? :blink:

5 specie domesticate :yes: 

 

Share this post


Link to post
Share on other sites
L0rdn40
5 minutes ago, Lonewolf said:

 

Oggi lezione di botanica! :)

:clapping: 

 

Unico appunto

 

 

... e C.baccatum? :blink:

5 specie coltivate :yes: 

 


Caspita é vero! Ho fatto tanto per essere preciso e scorrevole allo stesso tempo per poi dimenticare un’intera specie! :lol2: Comunque dai.. Sono già più che soddisfatto che l’appunto sia uno solo, anche se sono abbastanza certo che molte imprecisioni me le hai lasciate passare... ;)

  • Like 1

Share this post


Link to post
Share on other sites
Malle

Grazie tantissime lord!

supregentile!

 

domanda però perché ho capito e non capito 😁

per riprodurre l’anno prossimo la pianta quindi non devo scegliere un frutto e raccogliere i semi?

scusa ma non so cosa sono i boccioli.

 

e quindi se ho capito bene, quelle reti che si mettono su di un ramo di una pianta, lo si fa per far sì che quel fiore non venga fecondati da polline di un’altra pianta e quindi avere quasi sicuramente un seme che riprodurrà la stessa pianta?

 

Share this post


Link to post
Share on other sites

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now

×