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Vincer

De concimatio eloquentia

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Vincer

Ciao a tutti,

volevo esporvi un tema su cui poter esprimere la propria opinione riguardante le nostre amate coltivazioni.

 

Il tema riguarda la concimazione.

E nello specifico quanto concimare.

 

Vi spiego meglio il mio cruccio.

Da quando ho iniziato a coltivare peperoncini, mi sono imposto di portare avanti coltivazioni e piante limitando al minimo l'intervento chimico.

L'idea di base è quella di avere piante e frutti diverse da quelle che troverei comprandole in vivai o mercati dove il fine di lucro può "giustificare" l'utilizzo di chimica a vari livelli.

Quindi, piante non sfruttate intensivamente, trattamenti contro parassiti e nemici animali ridotti al minimo (se possibile a 0), e concimazioni ridotte al minimo.

 

Se per quanto riguarda i trattamenti chimici contro parassiti e nemici vari, lo sforzo è fattibile, a seconda degli anni, anche abbastanza facilmente, per la concimazione mi sembra di vedere posizioni differenti.

Ogni anno vedo coltivazioni lussureggianti e rigogliose, piante forti e verdi, grandi e importanti, con fruttificazioni imponenti e frutti numerosi e sani.

Molte di queste coltivazioni si basano sul terriccio base "pepperfriends" (quindi con leonardite, agriperlite, osmocote 6/9) e alcune con concimazioni (abbastanza frequenti) con prodotti Biobizz (che immagino essere comunque a base biologica).

 

Il mio approccio alla coltivazione, invece, è molto molto basilare.

Nessuna concimazione fino a 30/40 giorni dal rinvaso finale. Prima nulla. Inoltre concimazione ridotta a qualche granulo di concime per orticole biologico per vaso. Al massimo ripetuto due volte. (Quest'anno una sola).

 

Il rovescio della medaglia di un approccio così "ferreo" è avere piante sane ma meno voluminose e talvolta dall'aspetto meno grazioso, e avere raccolti più contenuti in quantità (sulla qualità penso non vi siano differenze).

 

Il punto più che mi cruccia è : un approccio più "concimatorio" come quello da molti seguito, si adatta alla filosofia di base che ho seguito in questi anni ?

Ovvero posso concimare di più (coi i prodotti di cui sopra) e ritenere i frutti sufficientemente "naturali" ?

Oppure restare ligio al mio approccio filosofico e accontentarmi di ciò che le piante mi regalano di loro spontanea volontà ?

 

Voi che ne pensate ?

Ditemi la vostra opinione....

 

Ciao

Vincenzo

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joefish

Ottima ed interessante discussione , bravo Vincenzo ad averla sottoposta.

 

mi ripropongo di scrivere la mia opinione stasera con piu' calma.

 

Peppe

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ZAPPALAND

Ciao a tutti,

volevo esporvi un tema su cui poter esprimere la propria opinione riguardante le nostre amate coltivazioni.

 

Il tema riguarda la concimazione.

E nello specifico quanto concimare.

 

Vi spiego meglio il mio cruccio.

Da quando ho iniziato a coltivare peperoncini, mi sono imposto di portare avanti coltivazioni e piante limitando al minimo l'intervento chimico.

L'idea di base è quella di avere piante e frutti diverse da quelle che troverei comprandole in vivai o mercati dove il fine di lucro può "giustificare" l'utilizzo di chimica a vari livelli.

Quindi, piante non sfruttate intensivamente, trattamenti contro parassiti e nemici animali ridotti al minimo (se possibile a 0), e concimazioni ridotte al minimo.

 

Se per quanto riguarda i trattamenti chimici contro parassiti e nemici vari, lo sforzo è fattibile, a seconda degli anni, anche abbastanza facilmente, per la concimazione mi sembra di vedere posizioni differenti.

Ogni anno vedo coltivazioni lussureggianti e rigogliose, piante forti e verdi, grandi e importanti, con fruttificazioni imponenti e frutti numerosi e sani.

Molte di queste coltivazioni si basano sul terriccio base "pepperfriends" (quindi con leonardite, agriperlite, osmocote 6/9) e alcune con concimazioni (abbastanza frequenti) con prodotti Biobizz (che immagino essere comunque a base biologica).

 

Il mio approccio alla coltivazione, invece, è molto molto basilare.

Nessuna concimazione fino a 30/40 giorni dal rinvaso finale. Prima nulla. Inoltre concimazione ridotta a qualche granulo di concime per orticole biologico per vaso. Al massimo ripetuto due volte. (Quest'anno una sola).

 

Il rovescio della medaglia di un approccio così "ferreo" è avere piante sane ma meno voluminose e talvolta dall'aspetto meno grazioso, e avere raccolti più contenuti in quantità (sulla qualità penso non vi siano differenze).

 

Il punto più che mi cruccia è : un approccio più "concimatorio" come quello da molti seguito, si adatta alla filosofia di base che ho seguito in questi anni ?

Ovvero posso concimare di più (coi i prodotti di cui sopra) e ritenere i frutti sufficientemente "naturali" ?

Oppure restare ligio al mio approccio filosofico e accontentarmi di ciò che le piante mi regalano di loro spontanea volontà ?

 

Voi che ne pensate ?

Ditemi la vostra opinione....

 

Ciao

Vincenzo

Ciao Vincenzo, io coltivo come te e NON ho alcuna intenzione di cambiare! Tutto quello che dici è pura verità , cose che ho potuto riscontrare personalmente e che condivido pienamente. La questione è sempre la stessa, me la sono sottoposta per molto tempo ( anche al di fuori della coltivazione di peppers): qualita' e rispetto della Madre Terra o quantità e fottiamocene del prossimo ?! La risposta per me è semplice: ognuno fa quello che la propria coscienza e/o morale spinge come comportamento.

Saluti

 

ZAPPALAND

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Umberm

Le sfumature su questo discorso sono praticamente infinite, credo che ognuno sia libero di trovare il proprio limite.

Se parliamo di coltivazione 100% naturale dobbiamo, oltre a bandire la chimica:

- eliminare la torba

- eliminare le light box

- eliminare i vasi

- dimenticare tutte le varietà non autoctone

 

Quello che resta è seminare in campo degli annuum, ammendando con il solo stallatico.

 

Ovviamente questo è un estremo, ma rimane il fatto che nel momento stesso in cui decidiamo che ci piace mangiare qualche chinense coltivato da noi, un primo compromesso lo abbiamo già fatto. Sul discorso torba c'è, e sempre di più ci sarà, molto da discutere ma credo che eliminarla sia imprescindibile per una coltivazione davvero "bio" ed eco sostenibile.

Le lightbox sono, ovviamente, una forzatura che, ci piaccia o no, produce inquinamento...

 

Personalmente voglio andare nella direzione dell'eliminazione della torba, ma non ho alcuna intenzione di rinunciare alle lightbox e di conseguenza a coltivare tutte le specie possibili del genere Capsicum. E sino a quando non cambierò casa non potrò che coltivare in vaso.

 

Non credo esista un giusto a priori se non si sposa la linea super purista. (perché confidor no e plastica dei vasi, torba ed energia elettrica si?)

Rispettando le leggi e il buon senso la scelta non può che essere personale.

 

Fatta questa, forse sgradevole, ma indispensabile, premessa non ci vedo niente di male nell'aumento di concimi bio, credo che moralmente siano molto meno "gravi" delle cose sopra citate e quindi credo che sia solo una questione di budget.

 

Dibattito comunque interessante, grazie Vincenzo di averlo stimolato.

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big jolokia

Oltretutto, coltivando in vaso, credo sia impossibile verificare con esattezza cosa contengono i terricci che usiamo, sia a livello di fertilizzanti che a livello di componenti del substrato.

 

Eppure o bene o male tutti quanti comperiamo il terriccio e lo usiamo.

 

roberto

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Lonewolf

Il primo punto da chiarire e' che nelle nostre coltivazioni, in particolare quelle in vaso, c'e' ben poco di "naturale".

 

La concimazione in natura non esiste eppure ci sono piante rigogliose e (nei limiti delle dimensioni dei frutti per specie wild) anche molto produttive.

Pero' ovviamente c'e' un ciclo naturale che prevede la trasformazione "sul posto" di tutto il materiale organico, dai frutti non altrimenti consumati, alle foglie cadute, fino all'intera pianta a fine vita.

Nelle nostre coltivazioni dove i frutti sono asportati per il consumo e le piante finiscono (nella maggior parte dei casi) in discarica (sezione verde e ramaglie), concimare e' semplicemente necessario.

Possiamo permetterci di non farlo solo se usiamo un terriccio gia' concimato di suo.

In effetti nei miei primi anni di coltivazione non mi ero nemmeno posto il problema; la prima versione del mio articolo "La coltivazione perfetta" non conteneva alcun cenno alla concimazione, semplicemente perche' non concimavo ... ma il terriccio che usavo allora era piuttosto "carico" di suo.

 

Dal punto di vista della pianta, concimare con fertilizzanti naturali o chimici cambia davvero poco; alla fine la pianta utilizza comunque gli elementi base (N, P, K ecc), qualunque sia la loro fonte.

 

Non credo nemmeno che il tipo di concimazione incida piu' di tanto sulle proprieta' organolettiche dei frutti; ci sono sicuramente altri elementi piu' rilevanti, primo tra tutti il clima (illuminazione, temperature, piovosita' ecc)

 

In definitiva, non vedo reali motivi per evitare di concimare (nei limiti del logico e ragionevole) o farlo solo con determinati tipi di prodotti; la scelta e' piu' che altro di tipo "filosofico", legata alle convinzioni personali di ognuno.

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lele

La penso come Claudio.
Le piante si nutrono degli stessi ioni sia che derivino da processi naturali di decomposizione della sostanza organica sia che siano apportati da concimi chimici.
Tra le cose a cui bisogna prestare attenzione a mio avviso c'è la quantità di concimi apportati, soprattutto azoto e fosforo,
che per effetto della liscivazione contribuiscono all'eutrofizzazione di zone sempre più vaste, tant'è vero che la principale causa sono gli allevamenti di bestiame e quindi letame, ma anche l'agricoltura convenzionale con l'apporto di concimi chimici appunto.
Ma naturalmente non è il nostro caso che con qualche vaso non partecipiamo certo a questo fenomeno, almeno non in maniera significativa.
Un'altra cosa a cui bisogna stare molto attenti poi è nella coltivazione di ortaggi la cui parte edibile è rappresentata da foglie e fusti verdi, questo perchè le piante riescono ad immagazzinare grandissime quantità di nitrati, se disponibili, nelle parti verdi (non nei frutti, quindi con i peperoncini si sta tranquilli)
e questo può renderli potenzialmente pericolosi.
Quindi concimare con estrema parsimonia ortaggi da foglia sia con azoto di origine chimica che naturale.
Io uso solo concimi chimici sia su substrati inerti in vaso (da quest' anno cocco) e sia in piena terra e sono convinto di mangiare prodotti sani.
Discorso diverso per quello che riguarda i pesticidi, fungicidi e diserbanti che invece evito come la peste soprattutto se sistemici.
Gli unici prodotti che utilizzo sono piretro e rame.

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Vincer

Ciao a tutti,

sono contento che la mia esposizione abbia stimolato le vostre riflessioni.

 

Le diverse sfaccettature esposte sono praticamente tutte condivisibili.

Molte componenti delle nostre coltivazioni non sono "naturali"....in maniera ortodossa praticamente nessuna :)

Come dice Umberto saremmo costretti ad annuum e stallatico.

Estremizzando all'assurdo anche l'agricoltura, intesa come l'uomo l'ha poi interpretata, non è "naturale"...così come ogni attività in cui l'uomo ha messo il proprio ingegno per migliorare qualcosa nello spazio, nel tempo, nella quantità o nella qualità.

 

Detto questo, mi soffermavo sulla concimazione poiché altri aspetti sono, per le mie possibilità, obbligati.

Vuoi per tempo, spazio, denaro.

Quindi non avendo uno spazio da dedicare a orto (quindi non avendo terreno pieno) sono costretto al vaso.

Da lì deriva che, per non impazzire in altre tipologie di coltivazioni, ma per restare in un ambito semplice e di facile reperibilità, utilizzo il terriccio cercandone uno di qualità e fidandomi della serietà della/e ditta/e che lo assembla (produce).

La mia coltivazione è veramente concimata pochissimo...si avvicina molto alle prime coltivazioni di Claudio...e quindi mi accontento di quello che le piante mi danno. (In alcuni casi poco...capita anche un solo peppers o due...ricordo una pianta di Morouga Blend con due frutti...e pure il Jay's Peach di quest'anno).

Il mio cruccio è proprio se, accantonare anche limitatamente, quest'approccio filosofico (che come giustamente dite è puramente personale) e avere più produzione (magari con meno piante) o lasciare tutto immutato.

Interessante anche l'intervento di lele.

 

Per ora mi rimane il dubbio di quanto in là mi posso spingere con la concimazione senza tradire la mia voglia di "naturalità"....prima della prossima coltivazione c'è tempo per riflettere.

 

Ciao

Vincenzo

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joefish

Sono contento di aver letto i vostri interessanti commenti.

Nel mio piccolo concordo con molto di quanto e' stato detto da tutti voi.

Penso che per quanto siano vaste le coltivazioni di persone come Claudio, Danio ma anche Maverick stiamo sempre parlando di coltivazioni che non sono intese per lo sfruttamento massimo della terra per una produzione sempre maggiore.

Io non so nemmeno se riusciro' a consumare e regalare quanto ottenuto nel mio primo sbaraglio.

 

Certo, quando ho letto che Gerri poco dopo il rinvaso definitivo, con ricetta pepperfriends, inizia a somministrare biogrow/biobloom la lampadina mi si e' accesa, soprattutto guardando le sue piante.

Poi, ha ragione anche Zeta a dire che conta anche la zona (veronese sopra tutte)

ma di sicuro l'effetto del fertilizzante ha la sua parte.

 

Ritengo che il concetto di "naturale" e' molto complesso. Ad esempio, forse sbagliero', ma anche lo stallatico non e', come dire,

naturale, dal produttore al consumatore.

Non sono assolutamente esperto, ma non penso che per la sua produzione, cosi' come arriva a noi, non sia proprio esente da prodotti chimici e processi energeticamente svantaggiosi.

 

Per quel che mi riguarda, io sarei orientato a continuare come ho fatto quest'anno per i peppers "commestibili", cioe' usando la ricetta pepperfriends. Perche' non ho interessi ad avere produzioni esagerate con 10-15 vasi su un balcone.

 

Ma vorrei aggiungere qualcosa per le ornamentali visto che li' conta l'effetto visivo e una pianta' piu' bella e' certamente meglio.

Tutto cio' ovviamente considerando la mia scarsa competenza in materia, nonostante l'anno (quasi) passato con voi in cui ho imparato tante cose.
ciao
Peppe

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Umberm

Ad esempio, forse sbagliero', ma anche lo stallatico non e', come dire,

naturale, dal produttore al consumatore.

Non sono assolutamente esperto, ma non penso che per la sua produzione, cosi' come arriva a noi, non sia proprio esente da prodotti chimici e processi energeticamente svantaggiosi.

 

Solo per curiosità che credo possa interessare. Al Garibaldi quest'anno ho usato lo stallatico "vero" non quello pellettato.

Di fronte all'area dove stavano i pepper c'è un recinto dove le circa 40 mucche dell'agrario pascolano, digeriscono e...

Si raccoglie e si ammucchia lasciandolo esposto all'aria e a tutti gli agenti atmosferici per circa 1 anno.

Dopo è praticamente inodore, non facilissimo da distinguere da normale terriccio da occhi non esperti.

Ovviamente non è sterilizzato... ma come concime funziona alla grande!

Fermo restando che condivido in pieno quanto dice Vincenzo

 

 

Estremizzando all'assurdo anche l'agricoltura, intesa come l'uomo l'ha poi interpretata, non è "naturale"...così come ogni attività in cui l'uomo ha messo il proprio ingegno per migliorare qualcosa nello spazio, nel tempo, nella quantità o nella qualità.

 

 

vanga e questo stallatico sono cose che vengono usate da almeno 3/4.000 anni... come approssimazione al "naturale" ci si può accontentare.

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Vincer

vanga e questo stallatico sono cose che vengono usate da almeno 3/4.000 anni... come approssimazione al "naturale" ci si può accontentare.

Giusto!!! ;)

 

Ciao

Vincenzo

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leonidas

Ciao Vincè, su questo stesso forum un sardo (non ricordo chi) affermava di aver seminato direttamente in letame di pecora stagionato 4 anni, in pratica era diventato terriccio e si vantava di una produzione allucinante!

Sauro il mio amico che mi ha regalato tutti quei superhot da assaggiare, quando il Po' si ritira, lui va a prendere sabbia e argilla sulle rive del fiume che hanno quella melmetta verde (alghe) e lo mescola al terriccio e gli va bene finchè non si porta a casa dei patogeni...

Per quel che riguarda il resto, bisognerebbe sapere di cosa ha bisogno in specifico il peperoncino nei vari periodi di sviluppo, fioritura e produzione....in moto tale da poter rinvasare scegliendo fra questi concimi naturali

 

https://www.pepperfriends.com/forum/uploads/monthly_10_2015/post-1055-0-03138200-1444347824.jpg

 

La cosa più difficile è saper interpretare questo schema in rapporto al peperone e sapersi dosare nei momenti giusti durante i travasi....

Non resta che sperimentare

Leonida

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maxi

Togliere tutto non si può ma almeno limitare, io concimo solo con pollina e sono rimasto soddisfatto

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