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Stefania

Conoscenza-scelta dei substrati

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Stefania
Articolo scritto da Pioc
Discussione completa qui
Ognuno di noi, chi più chi meno, ha acquisito esperienze e conoscenze varie sull'uso dei terricci
(per coltivazione in vaso) e vorrei, anche a favore di coloro che sono agli inizi, delinerare le informazioni
utili alla scelta degli stessi cercando chiarezza e sintesi a tutto favore di un discorso di massima praticità.
La maggior parte dei terricci (sacchi da 5/10/20... 70/80 litri) in commercio riporta sul retro della confezione
una serie di valori che, per lo più, sono:
- sostanza organica in %
più il valore è elevato (es. 70/80%) e più il terriccio sarà capace di 'cibare' le piante offrendo ai microrganismi
appunto sostanza da elaborare
- titolo di Azoto (N) in % (od anche grammi/kilo)
in termini "%" difficilmente supera, in etichetta, il valore di 1; ricordiamo che l'elemento Azoto è importante per
la fase di start up delle piante, contribuendo alla crescita vegetativa; per i peppers non è fondamentale apportare,
rispetto a quanto il terriccio ne è già fornito, Azoto in aggiunta perchè avremmo sì piante rigogliose, di un verde
esplosivo ma, questo, a scapito delle fasi di fioritura e fruttificazione.
- titolo di altri elementi fertilizzanti (non tutte le ditte) o salinità complessiva
le ditte più 'serie' hanno cura di riportare valori del tipo: "14-16-18" o simili segnalando, rispettivamente, l'aggiunta
di Azoto (N) - Fosforo (P) - Potassio (K), diversamente è riportato solo un valore di 'salinità complessiva' che
varia da un minimo di 400 ad un massimo di 4000 millisiemens; per la fase iniziale delle piante (peppers) è indicato
un terriccio scarsamente arricchito, appositamente definito 'da semina', soffice e ben aerato, per le piante in fase
successiva (grosso modo dopo 40/45 giorni dalla nascita) si può passare ad un terriccio più carico tenendo in considerazione
che la salinità massima tollerabile dai peppers è di circa 3500 millisiemens, vanno bene anche i cosiddetti universali
a patto che non abbiano valori più alti (e ne ho visti!) scarsamente adatti alle nostre beneamate.
- rapporto C/N (Carbonio/Azoto)
il rapporto ottimale, riportato in etichetta, è "25/30", valori più bassi significano che il terriccio è, per così dire,
sprintoso, ovvero capace di fornire una bella carica di energia metabolica ma con esaurimento rapido, valori invece
più alti di 25/30 indicano un terreno più equilibrato e bilanciato, capace di distribuire meglio nel tempo l'energia;
detta in sintesi: valori maggiori di 25 sono indicati per le prime fasi delle piante mentre valori più bassi sono
meglio indicati per piante mature.
[approfondimento qui]
- Ph
sappiamo che per le nostre beneamate il substrato deve avere un Ph sub acido (grosso modo da 5.8 a 6.5) e pertanto un terriccio
ideale dovrebbe riportate un valore entro questi limiti, considerando che anche che, col passare del tempo, l'irrigazione
con acqua tendenzialmente calcarea (Ph elevato, da 7.5 in sù), apporti di fertilizzante tendono a far salire tale Ph sebbene
il terriccio, di per sè, svolge anche una funzione cosiddetta 'tampone' ovvero mantenere, per quanto possibile, sempre
stabile il Ph di partenza.
Ricordiamo che in funzione della variazione di Ph cambia la possibilità/capacità da parte della pianta di assimilare gli
elementi nutritivi.
- composizione complessiva (torba scura, bionda, ecc.)
quasi tutti i terricci in commercio, soprattutto le aziende più serie e quotate, riportano l'esatta composizione
del terriccio, esempio: torba bionda tot.% , torba scura tot.% ecc. senza complicarci troppo le cose sarà utile
considerare che, per piante neonate, è preferibile una maggior composizione di torbe chiare (più vitali) rispetto
a quelle scure più mature e stabili, indicate quindi per piante adulte.
- umidità complessiva o capacità di ritenzione idrica
è la capacità, appunto, di conservare umidità spesso elevata anche grazie alla presenza di inerti igroscopici,
chiaramente maggiore capacità di ritenzione avremo e meno si dovrà dare acqua.
Aggiugasi che, in mancanza di una normativa univoca nel nostro paese (ed abbiamo comunque differenze anche
in relazione agli altri stati) spesso si crea confusione perchè alcune ditte riportano dati estrapolati con una
certa procedura (ad esempio per discorso salinità oppure valore Ph) ed altre si servono di altre metodologie (!).
Sostanzialmente l' E.C. (ElettroConduttività altrimenti detta ElettroConducibilità)
è la 'misura' della salinità, ovvero dei sali complessivi presenti in una soluzione acquosa.
Il valore riportato sulle etichette dei terricci viene calcolato attraverso il metodo della percolazione,
senza complicare troppo le cose: in una quantità di terriccio viene distribuita acqua demineralizzata
e, quindi, si va a calcolare quanti sali (quanta E.C.) quel terriccio ha.
Nel momento in cui dovessimo andare ad apportare ulteriore 'pappa' (fertilizzazione) non dobbiamo dimenticare che
il terriccio ha già una sua salinità di base.
Precisando ulteriormente il discorso N P K laddove leggiamo in etichetta, ad esempio N 10 - P 10 - K 10, nella
realtà dei fatti la composizione degli elementi fertilizzanti è la seguente:
N 10 - ok
P 10 - significa che di Fosforo disponibile in forma assimilabile (ovvero P2 O5 - anidride fosforica) ne abbiamo il 40% circa
K 10 - significa che di Potassio disponibile in forma assimilabile (ovvero K2 O - ossido di Potassio) ne abbiamo l' 80% circa
da noi in Italia l'etichetta riporta solo N 10 - P 10 - K 10 ma in molti stati europei è invece obligatorio riportare le
esatte conversioni, tant'è che alcune ditte (anche italiane) riportano in etichetta dati con standard italiano ed anche
standard, ad esempio, inglesi piuttosto che francesi che, ovviamente, sono dissimili per via del fatto che diverse
sono le normative.
Consideriamo le piante assimilandole ad essere umani, quindi alla nascita abbisognano di "X" calorie (per intenderci),
fino al 1° mesetto e mezzo il terriccio da semina basta e avanza a meno che non ci sia capitata una fornitura di terriccio del piffero! ;)
Poi, passando ad un buon terriccio da rinvaso, consideriamo che già di per sè è stato arricchito ed in linea di massima
ancora un mese e mezzo dovrebbe bastare quello; se proprio dobbiamo/vogliamo fertilizzare la misurazione con gli
strumentini appositi và fatta a monte, ovvero prepariamo la soluzione e la testiamo considerando che, ad esempio:
pianta diciamo adulta che sta fiorendo dopo aver completato la fase solo vegetativa
se il terriccio aveva di base carica di 2000 "microsiemens"
e la soluzione preparata ne misura ulteriori 2000
siamo a livelli di guardia, quindi conviene apportare meno nutrienti
poi... discorso Ph, di massima l'ambiente ideale per le nostre beneamate, ha valore sub-acido (diciamo 6.5)
e tutto quanto abbiamo ragionato circa la fertilizzazione và a farsi benedire (in termini di assimilazione) se
il valore non è ottimale, per maggiori ragguagli -- >> pH.pdf
Non dimentichiamo mai che la fertilizzazione può NON essere necessaria alle piante se riusciamo
a darl loro un buon terriccio, le stressa meno a tutto vantaggio di una vita, si spera, più prolungata.

 

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