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Toolshed

agricoltura e sfruttamento del territorio

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mayta

Ogni tanto qualcuno lancia l'allarme, ma conseguenze zero.

Io lo auspico da parecchio tempo: incentivi alla denatalità a livello globale e diffusione della contraccezione. Ma allo stato attuale è utopico ridimensionare la nostra pressante presenza, sicché prima o poi ci penserà madre natura a ristabilire l'equilibrio, e non sarà piacevole per nessuno.

Potrei argomentare per ore, ma è un argomento su cui si rischia la rissa e mi autocensuro :innocent:

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Toolshed

Ciao Romina,

vedo che vai dritta dritta all'argomento "incremento della popolazione -> scarsità di risorse conseguente".

 

Pur apprezzando molto il tuo intervento (le persone con cui passo le mie giornate mediamente non sono neanche capaci di cogliere la problematica, figurati argome ntarla e discuterla), io ero + interessato alla questione della perdita di vitalità dei terreni coltivati, che forse è più circoscritto, alla nostra portata e con minore probabilità di scatenare risse verbali (tanto per dire, io non credo all'assioma incremento della popolazione = depauperamento delle risorse).

 

ciao,

Dario

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tron

Condivido in pieno.

 

Uno dei motivi per cui sono vegetariano:

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Il tema è assolutamente di rilievo, considerando che la popolazione mondiale è in aumento, probabilmente sino a metà secolo, e la domanda di cibo cresce più che proporzionalmente nei paesi in via di sviluppo. L’uscita dalla povertà dei paesi asiatici, così come avvenuto per la Corea del Sud ed il Giappone, comporta anche l’adozione di una dieta simile alla nostra, basata su un significativo consumo di proteine animali: si pensi che per produrre un solo chilo di carne occorrono tra i 4 e gli 8 chili di cereali per nutrire il bestiame.

--------------

 

 

Gianni.

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tron

 

Considero concluso il mio intervento in questo topic, siamo tra pepperfriend e sarei dispiaciuto di provocare eventuali risse verbali. La mia è una scelta etico/filosofica e non aggiungo altro per non dover essere obbligato a rispondere .

 

Gianni.

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Toolshed

Considero concluso il mio intervento in questo topic, siamo tra pepperfriend e sarei dispiaciuto di provocare eventuali risse verbali. La mia è una scelta etico/filosofica e non aggiungo altro per non dover essere obbligato a rispondere .

 

Gianni.

 

Ciao Gianni,

per quanto mi riguarda il tuo punto di vista è condivisibilissimo, e ogni opinione è benvenuta. Proprio perchè siamo tra Pepperfriend credo si possa discutere anche animatamente senza sfociare nella rissa.

 

Rispetto alla tua citazione dell'articolo, credo metta in luce una problematica che può essere affrontata secondo vari gradi (proprio l'altro giorno ne parlavo con un amico che ha da poco, e almeno per il momento, fatto la tua stessa scelta).

 

Intendo dire che, se un modo "radicale" di affrontare il problema può essere il vegetarianesimo, io non trascuro invece il fatto che ad oggi la produzione industriale ed il consumo di carne si attesta su livelli direi di gran lunga maggiori rispetto a quanto richiesto da una dieta "equilibrata" condivisibile a tutti i livelli. Cioè, oramai, anche chi ritiene fondamentale l'apporto della carne ammette che il consumo dovrebbe essere limitato e comunque di gran lunga inferiore a quanto oggi siamo abituati.

 

Ritengo quindi che, anche senza impelagarsi in questioni "di principio" sull'uso della carne (questioni che pure trovo condivisibili), alcune delle problematiche affrontate nell'articolo potrebbero avere un impatto senz'altro minore se cambiasse il paradigma attuale, che prevede appunto una produzione massiva ed industriale di carne ad uso alimentare (un discorso analogo può essere fatto per il consumo di pesce, che si porta dietro il problema del depauperamento della fauna marina e dei relativi equilibri di sistema).

 

E' per questo che contestavo a Romina l'equazione incremento della popolazione = esaurimento delle risorse. Ovvero, questo è vero nel sistema attuale, ma potrebbe non essere più così in un sistema che tenga conto della esauribilità delle risorse e dei suoi impatti ambientali ed ecologici. Tra l'altro (è qui che volevo arrivare), un drastico calo del consumo di carne, che avrebbe impatti anche positivi sulla salute umana, permetterebbe di evitare di ricorrere ad allevamenti massivi, il che non risolverebbe il problema della "schiavitù" degli animali rispetto all'uomo, ma perlomeno potrebbe portare ad un migliioramento delle condizioni di vita degli animali stessi, oggi costretti in allevamenti-lager che gridano vendetta e, guarda caso, non vengono mai mostrati al grande pubblico, che credo prenderebbe maggiore coscienza del problema se messo di fronte alla crudeltà con cui trattiamo le altre specie viventi. In secondo luogo, un ripensamento e una rimodulazione della produzione di carne in tal senso avrebbe effetti benefici anche nel senso di risorse vegetali ed idriche dedicate agli allevamenti.

 

In conclusione sull'argomento, ritengo il vegetarianesimo una scelta "finale" che si potrebbe affrontare con maggiore cognizione di causa se ci fosse prima una presa di coscienza generale sulle scomode verità (la carne può essere ancora più dannosa in quanto proviene da animali nutriti in maniera innaturale, cresciuti in condizioni inumane e "drogati" per ottenere una crescita più veloce e vigorosa) e gli impatti (esaurimento delle risorse) del sistema produttivo attuale.

 

Dario

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mayta

Dario, vedi che è impossibile circoscrivere un argomento, come quello dell'articolo citato, al solo impoverimento del terreno, senza trarne altre conclusioni? :blum:

È un problema che riguarda tutti, ed è umanamente normale che ciascuno lo valuti alla luce delle sue conoscenze: dirette (nel caso di chi fa l'agricoltore di professione), o indirette (nel caso di chi invece su questo e altri argomenti simili ha cercato di documentarsi tramite fonti più o meno attendibili).
Il rischio rissa esiste, perché essendo una cosa che ci coinvolge emotivamente tutti quanti, le prese di posizione sono inevitabili, e spesso si radicalizzano in modo anche irrazionale.

Abbi pietà della mia supponenza se ti dico di non sottovalutarla, l'emotività: la fa ancora da leone, nonostante il nostro lungo percorso evolutivo.

Che questo poi sia giusto o meno, civile o incivile, intelligente o stupido, è un altro argomento.

Io, probabilmente sbagliando, ho tirato in ballo la sovrapopolazione; qualcuno potrebbe legittimamente accusarmi di voler limitare un diritto ritenuto fondamentale, che è il diritto di ciascuno alla procreazione; altri potrebbero dirmi che il pianeta offre cibo a sufficienza per tutti, è solo una questione di cattiva distribuzione, e via discutendo.

Tron ha tirato in ballo il vegetarianesimo, scelta che ammiro pur non essendo vegetariana (confesso di averci provato in 2 occasioni, ma di non esserci riuscita proprio per motivi di salute - e anche qui si potrebbero tirare in ballo diverse considerazioni).

Altri invece - per esempio un ipotetico utente Pinco Pallino - potrebbero attaccarlo per questa sua libera scelta tirando in ballo altri argomenti, e via discutendo.
[Ho scoperto da poco che c'è una pagina facebook intitolata più o meno "salva un vegetale, uccidi un vegano", dove i sostenitori dei 2 diversi stili alimentari se le danno di santa ragione, e insulti e minacce si sprecano]

Ora, (ma è sempre un'ipotesi per spiegare la possibile genesi di situazioni di disturbo), il vegetariano X potrebbe non gradire il fatto che il carnivoro Y non sia vegetariano, perché secondo lui questo comportamento alimentare contribuisce allo scempio del pianeta in cui anche egli stesso vive.
Viceversa, il carnivoro Y potrebbe ritenere il vegetariano X uno stupido idealista che non ha capito niente.

Ne potrebbe nascere un'antipatia reciproca che impedirebbe a X e Y di valutare obiettivamente altri interventi, magari validissimi e inerenti al mondo capsico, della controparte.

Succede nella realtà fisica, pensa in un forum dove non si ha la possibilità di vedersi in faccia, sentirsi e magari (preferibilmente) ascoltarsi, cosa che permette di cogliere tutte le sfumature che discussioni simili potrebbero avere.

 

Ciao :)

 

 

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fuxz

 

E' per questo che contestavo a Romina l'equazione incremento della popolazione = esaurimento delle risorse.

 

Questa equazione resta valida in ogni caso: si può aumentare il "rendimento energetico" del nostro stile alimentare, ma in ogni caso un incremento della popolazione porta a un incremento delle risorse necessarie per sfamare la popolazione.

Adottando uno stile diverso si può diminuire il totale, ma raggiunto un certo livello lo sfruttamento tornerà inevitabilmente a salire. Ovviamente è un discorso un po' astratto :)

 

L'argomento in sè è ampio e molto delicato, vorrei aggiungere solo un ulteriore spunto: possiamo in questa situazione fare a meno per motivi spesso ideologici di nuove tecniche di coltivazione come gli ogm o altri, che permetterebbero aumento di produzione e diminuzione dell'impatto ambientale?

E' giusto aumentare le coltivazioni biologiche, ben sapendo che spesso hanno rese molto inferiori?

 

Ho lanciato un macigno, ora sparisco di corsa :)

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Lonewolf

Personalmente non ho conoscenze specifiche sull'argomento; in particolare non saprei dire se c'e' un modo davvero sostenibile per coltivare.

 

Certo, in generale, molte cose possono essere migliorate, ma servirebbe una lungimiranza e una unione di intenti che sembrano utopistiche; spesso non e' nemmeno possibile stabilire quali siano le scelte migliori, nemmeno in una discussione in un ambito ristretto come questo topic ... figuriamoci a metterle in pratica :rolleyes:

 

Spesso mi chiedo se non sarebbe preferibile lasciare liberta' di affrontare nel forum argomenti complessi, anzi incentivare questo tipo di discussioni ...

Sicuramente sarebbe stimolante e interessante.

Il problema di fondo e' che la natura umana tende a vedere come un avversario chiunque la pensi diversamente.

Per questo ogni volta che si esprime un parere preciso su un argomento problematico si rischia inevitabilmente di rendersi "antipatici" al 50% dei lettori.

 

Solo un grande equilibrio delle persone coinvolte consente di discutere, anche animatamente, senza incrinare la reciproca stima e amicizia ...

Mi piace pensare che i Pepperfriends hanno questo equilibrio; speriamo B)

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mayta
(...)

 

Spesso mi chiedo se non sarebbe preferibile lasciare liberta' di affrontare nel forum argomenti complessi, anzi incentivare questo tipo di discussioni ...

Sicuramente sarebbe stimolante e interessante.

Il problema di fondo e' che la natura umana tende a vedere come un avversario chiunque la pensi diversamente.

Per questo ogni volta che si esprime un parere preciso su un argomento problematico si rischia inevitabilmente di rendersi "antipatici" al 50% dei lettori.

 

Solo un grande equilibrio delle persone coinvolte consente di discutere, anche animatamente, senza incrinare la reciproca stima e amicizia ...

Mi piace pensare che i Pepperfriends hanno questo equilibrio; speriamo B)

 

Nel mio secondo intervento in questo topic ho accennato alle fonti a cui ciascuno di noi si affida per avere un'infarinata di informazioni.

 

Quando 2 persone discutono su qualcosa e hanno posizioni opposte, spesso citano le proprie fonti: "l'ho letto su quel prestigioso giornale, l'ha detto il famoso tal dei tali".

Prestigio e fama. Attribuite in base a quali criteri?

I criteri di attribuzione non sono quasi mai validi per entrambi gli schieramenti opposti.

 

Se io cito un articolo pubblicato sulla rivista Nature, non è detto che il mio interlocutore lo ritenga affidabile (e magari ha ragione, perché la conoscenza non è statica ma sempre in evoluzione, e quell'articolo, dopo qualche mese, potrebbe già essere stato smentito, o corretto, o aggiornato ecc ecc)

 

Qualche tempo fa, parlando di un argomento spinoso con un caro amico, mi son sentita chiedere: "ma chi t'ha dette 'ste cose? dove le hai lette?"

Alla mia risposta "non lo dico io, lo dicono le leggi della fisica" mi è stato controribattuto "ah, si, gli scienziati, te li raccomando ... che ne sai che non ti stanno pigliando per il c§Jo, magari son tutti d'accordo per manipolarti e farti pensare e fare quello che vogliono..."

 

Capisci che a questi livelli è impossibile concludere qualcosa, anche se dici che i risultati ottenuti dagli scienziati son sempre suscettibili di aggiornamenti, quasi mai definitivi (per fortuna, aggiungo), a differenza di altri personaggi che diffondono l'illusione di soluzioni certe.

 

Aggiungo, e poi sparisco di corsa anch'io :pardon: , che sarebbe bellissimo recuperare un'antica usanza: lasciare che a parlare di determinati argomenti siano gli esperti del settore, e nei luoghi preposti. I farmacologi parlino di farmaci, gli agronomi di agricoltura, i nutrizionisti di alimentazione, gli insegnanti di scuola ecc ecc.

 

Poi ci vorrebbero giornalisti che conoscano tali argomenti, possibilmente seri ed onesti, che facciano un riassunto per i non addetti ai lavori.

Perché noi, con tutta la buona volontà, soldi e tempo a disposizione, non potremo mai raggiungere livelli di conoscenza approfondita su così tanti argomenti che comunque ci riguardano molto da vicino. Dobbiamo per forza affidarci a qualcuno che lo faccia per noi.

Ciascuno poi decide a chi affidarsi, di solito scegliendo chi asseconda già in partenza le nostre aspettative e/o credenze, perché cambiare punto di vista è un percorso mentale lungo e faticoso che non tutti vogliono affrontare.

 

Per questo ritengo che parlare di determinati argomenti può essere pericoloso, oltreché inutile. Ma non è detto mica che abbia ragione io, eh :D

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