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Lonewolf

Foto, foto, foto!

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Lonewolf

Quando parlo di specie a rischio estinzione, intendo che le popolazioni conosciute (cioe' trovate recentemente o riportate in letteratura) sono molto limitate per numero di individui ed estensione territoriale.

Ovviamente possono esserci popolazioni non conosciute, ma tenendo presente che molte di queste specie sono endemismi (localizzate in un punto specifico) non c'e' da sperare di trovarle in aree molto lontane.

 

A titolo di esempio:

Capsicum sp.9 "Caraça", pochi individui in un'area ristretta e sottoposta a taglio (v. foto pubblicata nella scheda)

Capsicum friburgense, 30 individui in 1000 metri quadrati

Capsicum hunzikerianum, una dozzina di individui nel raggio di 200 m, un individuo a 1 km di distanza (che fa ben sperare); l'area e' comunque ultraprotetta.

Capsicum pereirae, qualche decina di individui in due aree vicine e molto particolari (grutas humidas); in questo caso anche un minimo cambiamento clmatico potrebbe essere fatale.

Capsicum dusenii, due-tre individui noti in un'area protetta, ma potrebbe essere relativamente diffuso.

 

Altre specie sono messe meglio, alcune come C.schottianum, C.villosum e C.recurvatum non corrono rischi.

 

Con le attuali leggi brasiliani e convenzioni internazionali si puo' fare ben poco.

I botanici e breeder brasiliani presenti ad Eucarpia mi hanno raccontato che nemmeno loro possono utilizzare i wild per studio.

L'interesse dei botanici "storici" che hanno lavorato sui Capsicum (p.es. Bianchetti) non sembra particolarmente vivo.

L'ultimo viaggio esplorativo e' del 1999, l'ultimo lavoro pubblicato del 2003.

All'epoca avevano raccolto mudas e semi, ma dubito che dopo 14 anni le coltivino ancora (quantomeno avranno semi, spero ben conservati)

 

Per la salvaguardia in natura, non sembra esserci alcun interesse; l'area dove cresce C.friburgense (specie unica!) potrebbe essere facilmente salvaguardata perche' si trova su un monte, su una strada sterrata che porta a antenne per la comunicazione con piattaforme oceaniche e che ad un certo punto, vicino alla sommita' del monte, e' chiusa all'accesso (anche a piedi).

Basterebbe spostare il cancello qualche km prima (in mezzo non ci sono abitazioni).

 

Speravo che il mio intervento ad Eucarpia smuovesse un po' le acque, ma non sembra sia successo nulla, almeno per ora.

Parlando con una delle ricercatrici brasiliane presenti le avevo detto che, anche se non puo' raccogliere i wild per studio/lavoro, puo' sempre togliersi la curiosita' di vederli "per passione".

Vive a Rio, in meno di due ore d'auto puo' ammirare live il friburgense e le ho detto che posso indicarle con esattezza dove si trovano le piante (coordinate e indicazione tipo "sulla strada X, 2,3 km dopo il punto di riferimento Y, 50 metri dopo la curva sulla sinistra, a partire dal grosso sasso ...)

Non l'ho piu' sentita :(

 

Quel che posso (possiamo) fare e' parlarne e inviare documentazione ai botanici (sono sempre in cerca di nuovi contatti), sperando di suscitare interesse.

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Umberm

Quindi, ahimè, il rischio di estinzione non è il male minore, ma semplice impossibilità di smuovere la situazione, giusta in linea di principio, ma assolutamente inadeguata per casi particolari.

Sono abbastanza convinto che se una pianta vive a 1.900 metri nel Minas Gerais può vivere, ad esempio, a 1.500 nello stato di Rio Grande do Sul. Di spazio in Brasile c'è né tantissimo e delimitare qualche ettaro a riserva costerebbe giusto i soldi dei cartelli e/o delle recinzioni.

Credo che una riserva naturale, un parco botanico, contenente non solo i capsicum ,ma tante altre specie certamente a rischio, richiederebbe sforzo minimo dando in cambio risultati eccezionali.

Il problema di base credo sia culturale: in Brasile trattano la natura come noi, almeno a Roma, trattiamo le antichità. Quando per fare un nuovo parcheggio sotterraneo si trovano i resti di una villa romana è una maledizione, un fastidio da ricoprire prima possibile con del cemento fresco...

Del resto una percentuale significativa dell'archeologia mondiale è concentrata a Roma, come, ad esempio, circa la metà delle specie volatili catalogate del mondo sono concentrate nel Pantanal Matogrossense...

Credo che quello che fai tu, documentare e diffondere la cultura di queste specie, è il massimo che si possa fare. Da parte mia c'è sicuramente il sostegno di queste tue iniziative, per il momento non posso fare di più.

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Lonewolf

Inserita nel database la scheda di C.villosum.

E' stato il mio primo wild in Brasile (poche ore dopo essere atterrato per la prima volta a S.Paolo) e il primo amore non si scorda mai :wub:

Tuttavia non mi decidevo ad affrontare il compito di scegliere tra le centinaia di foto disponibili per questa specie; l'ho fotografata in ogni viaggio, la differenza tra le foto del primo e quelle dell'ultimo si vede! :rolleyes:

Alla fine ho scelto quelle passabili dei primi tre viaggi e piu' o meno "a caso" tra quelle del quarto viaggio; in tutto piu' di 50 foto!

Enjoy :D

 

La prossima volta tocca a C.schottianum ...

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gianni48

Mi associo ai complimenti .......

 

Peccato che si trovi poi sempre qualcuno che sporca con considerazioni di bassa lega (ma di alta qualità estetica) questi post, insegnandoci (grazie per la lezione di alto livello) che le immagini si possono taroccare, eliminando quindi anche le "firme" e le "filigrane".

Se è per questo qualcuno può anche contraffare le firme sui documenti, la carne di manzo, le date di scadenza sui cibi ed anche la mozzarella di bufala.

Discussione molto interessante!

Non vorrei incorrere in un OT ma miviene un dubbio: vorrei sapere se secondo voi nella categoria delle foto "taroccate", oltre a quelle copiate, si comprendono anche quelle fatte con tecniche particolari come il focus stacking per aumentare la profondità di campo e soprattutto il filtro "maschera di contrasto" e gli interventi in postproduzione per migliorarle.

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Lonewolf

Non vedo per quale motivo un miglioramento tecnico possa essere considerato "taroccamento", a meno che non falsi completamente i colori, il soggetto o il contesto.

Se e' utile a rendere l'immagine piu' vicina alla realta', almeno come la percepiamo con gli occhi, ben venga.

 

Nel caso in discussione in questo topic, non si trattava di "copia", ma di eliminazione intenzionale del watermark da parte di un utente di Acta plantarum, solo per fare vedere che si puo' fare.

Certo, tecnicamente si puo' fare, ma ovviamente viene meno qualsiasi ipotesi di buona fede in caso di utilizzo di foto altrui.

In ogni modo, meglio un watermark laterale, disturba meno e legalmente ha lo stesso valore.

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gianni48

Ho letto attentamente il topic e anche i link. Comprendo il motivo per cui si inserisce il watermark e apprezzo la tua decisione di inserirlo lateralmente e soprattutto concordo con quanto scrive Rapace " il modo con cui le cose si dicono conta"

Personalmente ritengo che si debba evitare il copia-incolla di foto ...io lo'ho fatto una volta qui ma ho indicato la provenienza e il motivo per il quale l'ho fatto.

Ho fatto una ricerca sul termine "taroccate" e questo post (scherzoso) mi ha fatto venire il dubbio che il termine possa avere anche un significato diverso da quello che gli attribuivo... ecco il motivo di questo post :)

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Lonewolf

Personalmente ritengo che si debba evitare il copia-incolla di foto

 

Premesso che il rispetto della legalita' online (e in generale) e' una utopia anche su cose ben piu' serie ( :rolleyes:), le immagini con watermark con indicazione dell'autore e dell'anno (o per cui sia comunque ben chiaro dal contesto chi e' l'autore e la data di pubblicazione) sono protette dal diritto d'autore per 20 anni (a meno che non siano immagini "artistiche", soggette a vincoli maggiori).

Copiarle/riutilizzarle e' semplicemente illegale.

Leonardo potra' essere piu' esauriente sull'argomento.

 

In ogni caso, l'uso di foto altrui non dichiaratamente di pubblico dominio senza citare la fonte, soprattutto a fini commerciali, e' eticamente scorretto e, a mio avviso, anche controproducente per chi lo fa.

Una volta smascherata la "copia" (e prima o poi succede) che figura ci fa, per esempio, chi vende semi o piantine usando foto copiate da altri?

Se un venditore non ha una foto decente dei frutti generati dai semi che vende, come si puo' pensare che i suoi semi siano puri e affidabili?

 

Ricordo che, almeno su Google Chrome, trovare la fonte originale per una immagine che si presume copiata e' semplicissimo: click destro sull'immagine e click su "Cerca l'immagine con Google". Se ne scoprono di belle! (anche perche' a volte si scopre che non solo la foto e' copiata, ma anche tutto il testo che la accompagna; e' gia' successo molte volte)

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